Dodici mesi fa, Putin dava inizio all'invasione dell'Ucraina. E ora - dopo i missili, morti e orrore - la pace resta ancora lontana
KIEV - Erano le prime ore del 24 febbraio 2022, esattamente dodici mesi fa. I carri armati russi, dopo settimane di appostamento a ridosso dei confini ucraini, facevano infine il loro ingresso sul territorio dell'ex repubblica sovietica. Era l'inizio dell'operazione militare speciale in Ucraina, così come annunciata dal presidente russo Vladimir Putin. L'inizio della guerra, agli occhi di quasi tutto il resto del mondo.
L'invasione, la fuga, gli orrori
Dal Donbass a Kiev, passando per Odessa, iniziavano a ululare le sirene antiaeree. Un anno dopo, non hanno ancora cessato di farlo. I primi giorni sono stati quelli del caos e della paura, immortalati nella storia. La grande fuga da Kiev; mentre chi aveva deciso di rimanere (o ancora non era riuscito a scappare) cercava riparo dalle bombe russe nascondendosi nella metropolitana.
Le notti scandite dal sibilo dei missili. I primi tavoli negoziali, utili solo a concordare qualche corridoio umanitario. Quindi, dopo lo shock iniziale, ecco quello dei primi orrori. Come quello di Bucha, scoperto agli inizi di aprile, dopo il ritiro delle truppe del Cremlino dalla regione: centinaia di civili massacrati, segni di tortura e fosse comuni. I primi crimini di guerra. Mosca nega. Ma i fatti sono davanti agli occhi di tutti.
Annessioni, controffensive...
La guerra si concentra nell'est. Aprile vede la caduta di Mariupol e l'assedio dell'acciaieria Azovstal. Diventano roventi i fronti di Kharkiv, di Kherson e di Zaporizhzhia, al punto che né le bombe né i morti sembrano fare più notizia. Il conflitto vive una fase di sostanziale stasi durante l'estate. Poi, a settembre, Putin annette i territori separatisti del Donbass, agitando lo spettro nucleare.
... e una fine che non si vede
È il momento in cui Kiev avvia le sue controffensive, forte degli armamenti inviati dagli alleati occidentali, e in cui lo scenario assume i contorni che mantiene tutt'oggi: quelli di un pantano in cui le due forze sembrano sostanzialmente annullarsi. Colpo su colpo. Morto dopo morto. Un campo di battaglia dove, anche alla luce delle dichiarazioni degli ultimi giorni - proprio ieri, dopo aver già sospeso il trattato “New START”, Putin ha annunciato il potenziamento dell'arsenale nucleare russo - non si riesce ancora a intravedere alcun orizzonte di pace.