Quasi conclusa la manifestazione delle opposizioni, che ha anticipato quella della destra radicale
TEL AVIV - Circa 80 mila israeliani - secondo stime della polizia - si sono radunati oggi di fronte alle cancellate della Knesset per protestare contro la riforma giudiziaria avviata dal governo Netanyahu e contro il licenziamento del ministro della difesa Yoav Gallant. Su un palco improvvisato si sono alternati i principali leader della opposizione parlamentare, fra cui Yair Lapid, Benny Gantz e Avigdor Lieberman. La manifestazione, che sembra volgere al termine, si è svolta finora senza incidenti. Due manifestanti antiriforma sono riusciti a entrare alla Knesset ed hanno contestato il ministro dell'educazione Yoav Kish gridandogli di dimettersi. Lo riportano i media secondo cui i due sono stati poi allontanati dalla sicurezza del luogo.
La manifestazione a sostegno della riforma - Fra poco, invece, i movimenti della destra radicale si raduneranno di fronte alla sede della Corte Suprema a Gerusalemme, per manifestare il proprio sostegno al governo. Alla protesta ha aderito il gruppo 'La Familia', il club dei tifosi ultras della squadra di calcio del Betar Gerusalemme. Secondo il loro sito l'annuncio della manifestazione sta già innescando espressioni di sostegno da tutto il paese e «gruppi di attivisti convergono verso Gerusalemme». Alla manifestazione dovrebbero partecipare anche elementi della comunità ortodossa.
«Non intendiamo - dice La Familia - farci rubare il risultato delle elezioni» del primo novembre 2022, che ha assegnato ai partiti di destra 64 dei 120 deputati alla Knesset. In passato tifosi di 'La Familia' sono stati protagonisti di risse negli stadi di calcio, e la polizia prevede di dover essere presente in forze a questa manifestazione.
«Siamo la maggioranza» - Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze e leader di Sionismo religioso, non intende rinunciare alla riforma giudiziaria. «Non dobbiamo fermare per alcun motivo la riforma. Siamo la maggioranza - ha affermato su Twitter -, non dobbiamo arrenderci alla violenza, all'anarchia, agli scioperi selvaggi, alla disobbedienza. Ci troviamo tutti alle 18 alla Knesset. Non consentiremo che ci rubino i nostri voti e il nostro Stato». Anche Ben Gvir ha annunciato di partecipare alla manifestazione.
Tutte le ambasciate chiudono - Il sindacato nazionale Histadrut ha dato indicazione a tutti i dipendenti del governo di scioperare, comprese tutte le missioni diplomatiche israeliane nel mondo. Lo scrive il Times of Israel. Un portavoce dell'ambasciata israeliana negli Stati Uniti conferma che la sede è stata chiusa fino a nuovo avviso.
Riforma congelata - "Potenza ebraica", il partito di estrema destra di Itamar Ben Gvir, ha detto di essere disponibile a rinviare la riforma fino alla ripresa della Knesset, dopo la Pasqua ebraica, a patto che il governo esamini subito la creazione di una "Guardia nazionale" sotto la guida dello stesso Ben Gvir. Lo riferiscono i media secondo cui "Potenza ebraica" ha diffuso una lettera con l'impegno in questo senso firmata dal premier Benyamin Netanyahu al termine dell'incontro con Ben Gvir. «Ho accettato di rimuovere il mio veto - ha scritto - in cambio di questo impegno».