La Corea del Sud valuta di estendere, con le armi, il proprio contributo di aiuti a Kiev ma la replica di Dmitri Medvedev è al veleno.
MOSCA - La Corea del Sud potrebbe estendere l'ambito degli aiuti per l'Ucraina oltre l'attuale assistenza umanitaria ed economica e aprendo per la prima volta alla possibilità d'inviare armi. È quanto emerge da un'intervista, visibile sul sito di Reuters, del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol in vista della sua visita di Stato negli Usa la prossima settimana.
«Se c'è una situazione che la comunità internazionale non può tollerare, come un attacco su larga scala contro i civili, un massacro o una grave violazione delle leggi di guerra, potrebbe essere difficile per noi insistere solo sul sostegno umanitario o finanziario», ha detto Yoon.
La dura risposta di Mosca - «Ce ne sono di nuovi disposti ad aiutare i nostri nemici. Il presidente sudcoreano Yun Sok-yeol ha affermato che, in linea di principio, Seul è pronta a fornire armi al regime di Kiev. Fino a poco tempo fa, i sudcoreani assicuravano che la possibilità di fornire armi letali a Kiev fosse completamente esclusa. Mi chiedo cosa diranno gli abitanti di questo Paese quando vedranno le ultime armi russe dei nostri partner della Corea del Nord. Quello che si chiama quid pro quo». È stata la minaccia dell'ex presidente russo Dmitri Medvedev alla Corea del Sud sulla possibilità che Seul invii armi all'Ucraina.
Anche il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha detto la sua affermando che un'eventuale fornitura di armi all'Ucraina da parte della Corea del Sud «significherà indirettamente un certo livello di coinvolgimento in questo conflitto». Lo riporta l'agenzia Interfax.