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ISRAELE«L'esercito israeliano non si assume le responsabilità per i giornalisti uccisi»

09.05.23 - 15:26
Un rapporto investigativo fa luce sulle operazioni israeliane antiterrorismo.
AFP
Fonte ATS ANS
«L'esercito israeliano non si assume le responsabilità per i giornalisti uccisi»
Un rapporto investigativo fa luce sulle operazioni israeliane antiterrorismo.

TEL AVIV - A un anno dalla morte della reporter Shireen Abu Akleh, un rapporto pubblicato oggi dal Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) di New York denuncia un metodo di «evasione di responsabilità» di Israele riguardo all'uccisione di giornalisti nei Territori.

Sulla base di 20 casi registrati complessivamente dal 2000, «Israele - afferma il rapporto - ha mancato di investigare fino in fondo queste uccisioni. Anche quando le investigazioni sono avvenute, si sono trascinate per mesi ed anni e son terminate con l'esonero di chi aveva aperto il fuoco». Abu Akleh, reporter di al-Jazira, fu uccisa a Jenin nel corso di un'operazione israeliana di antiterrorismo.

L'esercito - scrivono gli autori del testo - afferma sempre che «i soldati si sono sentiti in pericolo». In almeno 12 casi «testimonianze indipendenti non sono state prese in considerazione», o sono state scartate.

Il rapporto menziona fra gli altri il caso del fotoreporter italiano Raffaele Ciriello, che fu colpito a morte a Ramallah nel 2002. L'esercito escluse allora che fosse stato colpito da un carro armato, malgrado una testimonianza diversa di un collega sul posto. «In altre occasioni - aggiunge il rapporto - giornalisti palestinesi sono stati bollati come terroristi».

I dati così raccolti hanno indotto il Cpj a concludere che «le uccisioni avvenute per mano dell'esercito israeliano rappresentano una minaccia grave per la libertà di stampa e minano alla base la possibilità per i giornalisti di riportare le notizie in maniera libera e sicura». Per affrontare questa situazione il Cpj chiede un intervento della comunità internazionale.

Citato da Haaretz, il portavoce militare israeliano ha precisato che «anche durante combattimenti intensi, l'esercito attacca solo obiettivi militari e adotta ogni precauzione possibile per contenere i danni ai civili durante le operazioni». Le investigazioni della magistratura militare, ha aggiunto, sono sempre «approfondite e di svolgono con professionalità».

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COMMENTI
 

tulliusdetritus 1 anno fa su tio
Scuola USA...

Sig der sauer 1 anno fa su tio
Risposta a tulliusdetritus
O anche russa…
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