Dopo l'emergenza meteo si prospetta quella sanitaria. Gli appelli disperati delle autorità regionali e degli esperti
BOLOGNA - Fango, detriti e resti di animali il tutto mischiato con le acque contaminate delle fogne che sono fuoriuscite durante l’alluvione. Dopo la tragedia, che è costata la vita a 15 persone, l’Emilia Romagna teme ora la crisi sanitaria. Il pericolo che le acque alluvionali portino malattie e infezioni sta infatti allarmando i comuni della Regione.
Le disposizioni delle autorità - «Indossare sempre stivali o calzatura robusta per proteggervi. Evitare ciabatte e infradito», sono le prime indicazioni che si trovano nelle pagine del Servizio sanitario regionale. «Evitare che i bambini giochino col fango e con l’acqua, indossare i guanti quando si prevede il contatto e aver cura di lavare bene le mani con sapone e acqua corrente, al termine».
Le pompe idrovore per ripulire adeguatamente le strade e le case sommerse dal fango stanno giungendo da tutta Italia. Eppure i lavori procedono a rilento. «Non possiamo fare altrimenti. Se pompassimo acqua nel canale con troppa foga, senza dargli il tempo di scaricare verso valle, rischieremmo guai ancora più gravi» ha spiegato a La Stampa Irene Priolo, l’assessore alla Protezione civile dell’Emilia Romagna. Molti comuni dovranno quindi attendere giorni prima di poter ripulire completamente le strade. Tempo che gioca a favore di malattie e infezioni.
Allarme sanitario - La situazione è particolarmente drammatica a Conselice, un comune di poco più di 10mila abitanti, letteralmente sommerso da cinque giorni. La sindaca, Paola Puca, megafono in mano, si è impegnata in numerosi appelli ai suoi cittadini. «Non camminate a piedi nudi nell’acqua, proteggete la pelle dal contatto con l’acqua con guanti e dispositivi di protezione individuale. Evitate che i bambini giochino nelle aree allagate». Tra i pericolo maggiori c'è il tetano. Venerdì prossimo presso il comune saranno organizzate vaccinazioni antitetaniche senza appuntamento per i residenti.
Un allarme confermato anche dai numerosi appelli della Società italiana di medicina ambientale. «Dopo un’alluvione aumenta il rischio di infezioni, specie per anziani e bambini. Dall’epatite alle infezioni batteriche dovute a escherichia coli o salmonella. Ma sono possibili anche veri e propri avvelenamenti, ad esempio in caso di rottura di condotti sotterranei, straripamento di scorie tossiche, o rilascio di sostanze chimiche conservate nel terreno», ha spiegato il presidente Alessandro Miani. I rischi dell'acqua stagnante riguardano anche le zanzare e il rischio di trasmissione di altre malattie.