Intanto a Zvecan situazione calma, ma Kfor presidia il Municipio. 52 dimostranti serbi e 34 i militari Kfor sono stati feriti ieri.
BELGRADO / PRISTINA - Nella tarda serata di ieri la situazione a Zvecan, la città del nord del Kosovo teatro dei violenti scontri tra dimostranti serbi e militari della Kfor, è tornata tranquilla. Ma la situazione resta incandescente e rischia di degenerare. I manifestanti serbi si oppongono all'entrata in servizio dei nuovi sindaci di etnia albanese nei quattro maggiori Comuni del Nord a maggioranza serba.
Come riferito dai media a Belgrado i manifestanti si sono in larga parte ritirati, mentre la sede del Comune resta massicciamente presidiata dalle truppe della Forza Nato. I soldati della Kfor presidiano ugualmente i Municipi di Zubin Potok e Leposavic, altri due Comuni del nord a maggioranza serba interessati anch'essi dalla recente elezione di nuovi sindaci di etnia albanese, invisi alla popolazione serba locale. Nuove proteste dei serbi sono state annunciate per oggi.
Le accuse di Vucic alla Kfor - Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha accusato la Kfor, la Forza Nato in Kosovo, di non aver difeso la locale popolazione serba, nonostante le garanzie date.
Parlando in serata in un intervento in diretta televisiva, Vucic ha al tempo stesso ritenuto responsabile la Kfor di aver consentito l'appropriazione illegale delle municipalità serbe nel nord del Kosovo da parte della componente albanese e dei nuovi sindaci di etnia albanese eletti in elezioni «illegittime» il 23 aprile scorso.
Nel suo intervento il presidente - scuro in volto e con tono perentorio - ha illustrato con precisione una cronistoria degli eventi odierni nel nord del Kosovo, in particolare a Zvecan, uno dei quattro maggiori Comuni a maggioranza serba, teatro dei violenti scontri che si sono conclusi con un bilancio di decine di feriti sia fra i dimostranti serbi che tra i militari della Kfor.
Stando a quanto riferito dal presidente, sono stati 52 i manifestanti serbi feriti, uno dei quali raggiunto da colpi di kalashnikov sparati da un agente della polizia speciale kosovara. Tre dei feriti sono in condizioni gravi - ha affermato.
Vucic - alla luce della situazione di alta tensione interetnica - ha lanciato al tempo stesso un appello ai serbi nel nord del Kosovo a non entrare in conflitto con le truppe della Kfor.
Egli ha anche confermato l'invio di truppe al confine con il Kosovo: «Abbiamo dislocato le nostre forze laddove riteniamo che sia necessario. Le andremo a visitare questa notte. Non tollereremo violenze etniche contro il popolo serbo«, ha detto il presidente.
I feriti negli scontri di ieri - Sono 34 i militari feriti in Kosovo, tra cui italiani, ungheresi e moldavi. Quattordici sono militari italiani appartenenti al 9° Reggimento Alpini, indica il ministero della difesa di Roma.
Quest'ultimo spiegava ieri in una nota che «nella mattinata odierna sono proseguite le proteste della popolazione kosovaro-serba nelle città di Mitrovica Nord, Zvecan, Zubin Potok e Leposavic, nel tentativo di impedire l'insediamento nelle sedi istituzionali dei sindaci kosovari-albanesi eletti il 26 aprile (votazione boicottata dalla popolazione serba del Kosovo)».
«La Kfor (Kosovo Force) è intervenuta come forza d'interposizione tra la popolazione serbo kosovara e la Kosovo Police, giunta sul posto per consentire l'insediamento dei sindaci. Nel pomeriggio le proteste a Zvecan sono diventate violente e intorno alle 16.50 il lancio di molotov, con all'interno chiodi, petardi e pietre, ha provocato feriti tra le forze militari della Kfor. Al momento la situazione rimane tesa con le forze di Kfor presenti sul luogo a contatto con i facinorosi», ha spigato il ministero.