«L'ultima volta che hanno telefonato alle loro famiglie erano spaventati, sapevamo che il viaggio sarebbe stato pericoloso»
ATENE - Sarebbero oltre 120 le persone di origine siriana che erano a bordo dell'imbarcazione di migranti affondata mercoledì al largo delle coste greche. Molti di questi sono dispersi. Lo riferiscono familiari e attivisti locali. La maggior parte dei migranti proviene dalla provincia di Deraa, nel sud del Paese.
Molti di loro avevano raggiunto la Libia, da dove era partita l'imbarcazione, passando per Paesi vicini come Libano, Giordania e Arabia Saudita. Tra i siriani dati per dispersi c'è anche un adolescente cieco di 15 anni, accompagnato dalla sorella maggiore. «Mio nipote è cieco e non sa nuotare», ha dichiarato lo zio, «non abbiamo notizie, l'ultima volta che hanno telefonato alle loro famiglie erano spaventati, sapevamo che il viaggio sarebbe stato pericoloso».
Secondo il Centro di documentazione per i martiri di Deraa ci sarebbero 55 persone della provincia disperse, mentre 35 sarebbero state salvate. «Molti giovani e famiglie stanno lasciando Deraa, soprattutto negli ultimi anni, perché la situazione è diventata insostenibile, sia dal punto di vista economico che della sicurezza», ha spiegato un attivista del gruppo.