Il portavoce Dmitry Peskov ritiene che al momento non ci siano le condizioni per parlare di pace
MOSCA - Non ci sono le condizioni per risolvere la situazione in Ucraina attraverso mezzi politici e diplomatici, e quindi la Russia continuerà la sua "operazione militare speciale". Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Tass.
La guerra continua - Lo stesso Peskov ha detto di non sapere dove sia il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, mentre a una domanda sull'eventuale arresto del generale Serghei Surovikin ha invitato i giornalisti a rivolgersi al ministero della Difesa. Lo riferiscono le agenzie russe.
La mediazione del cardinale Zuppi - Peskov, citato dall'agenzia Interfax, ha aggiunto che nessun accordo specifico è stato raggiunto nel colloquio di ieri tra Yuri Ushakov, consigliere del presidente russo Vladimir Putin, e il cardinale Matteo Zuppi. Il dialogo continuerà se sarà necessario. «È stato uno scambio di vedute e informazioni su questioni umanitarie nel contesto della situazione ucraina», ha detto Peskov. «Non ci sono decisioni specifiche o accordi - ha aggiunto -. Se necessario, il dialogo continuerà».
In precedenza l'arcivescovo cattolico di Mosca, Paolo Pezzi, aveva detto all'agenzia Tass che l'argomento principale erano stati «i problemi umanitari legati ai rifugiati, compresi i minori». Pezzi non ha fornito ulteriori dettagli, ma è noto che le autorità di Kiev hanno chiesto all'inviato del Vaticano di sollevare con Mosca la questione dei bambini che Kiev accusa la Russia di avere deportato dall'Ucraina, oltre che gli scambi di prigionieri.
Le esercitazioni pensando a Zaporizhzhia - Se Mosca parla di pace impossibile al momento, Kiev non resta a guardare. Esercitazioni speciali su larga scala sono iniziate in Ucraina per preparare il Paese a un «possibile attacco terroristico» russo alla centrale nucleare occupata di Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram l'operatore nucleare nazionale Energoatom.
Partecipano alle esercitazioni dipendenti del settore energetico, medici, unità delle squadre di soccorso, polizia e altri servizi delle regioni di Kherson, Mykolaiv, Dnipropetrovsk e Zaporizhzhia. In caso di attacco, le autorità prevedono di evacuare i residenti che vivono in un raggio di 30-50 chilometri dal sito.