Scontri e incendi al termine della "marcia bianca" invocata dalla madre della giovane vittima
NANTERRE - La madre di Nahel, il giovane che martedì ha perso la vita a Nanterre durante un intervento di polizia, aveva chiesto che quella di giovedì pomeriggio alle 14 fosse una "marcia bianca", da svolgersi ma solo in forma pacifica. È stata accontentata solamente in parte: tensioni e tafferugli hanno avuto luogo specialmente nelle fasi finali della manifestazione, intorno alle 15.30, con un lancio di petardi e fumogeni da parte dei dimostranti e l'uso di proiettili di gomma e lacrimogeni da parte della polizia.
A testimoniarlo sono i vari inviati dei media francesi, presenti sul posto, che riferiscono che i manifestanti pacifici si sono dispersi allo scoppiare delle violenze. La Prefettura di polizia parigina ha dichiarato a Bfmtv che sono 1000 i «disturbatori» che hanno preso parte al corteo, che contava all'incirca 6200 persone.
Alcuni poliziotti sono rimasti feriti e diverse autovetture sono state date alle fiamme nelle strade della località alle porte di Parigi. Gli agenti presenti hanno compiuto una serie di cariche di alleggerimento, ma secondo i reporter presenti la situazione non è sotto controllo. Un elicottero sorvola la zona e guida le operazioni delle squadre impegnate sul terreno. Vari reparti speciali della polizia francese sono in viaggio o sono già giunti a Nanterre, a dimostrazione di quanto siano delicate queste ore. Un incendio è stato segnalato all'interno di un edificio, nel quale ci sarebbero alcune persone.
Nel frattempo un giovane, che aveva rivelato sui social il nome e l'indirizzo dell'agente coinvolto nella vicenda, è stato condannato a un anno di reclusione, da scontarsi tramite applicazione del braccialetto elettronico. «Si tratta di una persona che non riflette molto, specialmente quando posta sulle reti sociali» ha dichiarato la sua legale.
Da parte sua il brigadiere 38enne, che martedì ha sparato al giovane Nahel nel corso di un controllo stradale, è stato incriminato per omicidio volontario ed è stato posto in stato di detenzione provvisoria. Il suo avvocato critica la decisione: «Non spegniamo l'incendio mettendo in prigione la polizia», ha dichiarato ai microfoni di Rtl, assicurando che il suo assistito «ha sparato nei limiti della legge».