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GRECIAIl naufragio nello Ionio potrebbe essere stato causato dalla stessa guardia costiera

30.06.23 - 09:48
I guardacoste avrebbero cercato di trainare il peschereccio, facendolo però ribaltare. E, invece di intervenire, si sarebbero allontanati
KEYSTONE/EPA / STR (HELLENIC COAST GUARD / HANDOUT)
Il naufragio nello Ionio potrebbe essere stato causato dalla stessa guardia costiera
I guardacoste avrebbero cercato di trainare il peschereccio, facendolo però ribaltare. E, invece di intervenire, si sarebbero allontanati

PYLOS - Emergono nuovi dubbi sugli avvenimenti che nella notte del 14 giugno hanno portato alla morte - si presuppone - di circa 600 persone. Il quotidiano spagnolo ElPaìs, il tedesco Der Spiegel e alcune organizzazioni umanitarie, tra cui Lighthouse Reports, sono riuscite a parlare con 17 persone sopravvissute al naufragio nel Mar Ionio, la maggior parte delle quali afferma che sarebbero state le azioni della guardia costiera greca a portare il peschereccio Adriana in fondo al Mediterraneo.

Ma andiamo con ordine. Due settimane fa, una nave salpata dalla Libia con, stando alle testimonianze, 750 persone a bordo e che si stava dirigendo verso la Grecia, è affondata a un'ottantina di chilometri dalle coste elleniche.

Uno yacht che si trovava nei paraggi e i soccorsi che sono arrivati in un secondo momento, sono riusciti a strappare dalla forza delle onde 104 vite e 82 corpi. Nei giorni seguenti sono quindi stati arrestati, interrogati e accusati di traffico di esseri umani dieci uomini. Questi ultimi, al momento, potrebbero essere gli unici a dover affrontare un processo per le loro presunte responsabilità nella vicenda.

Ma non sarebbero tuttavia gli unici attori ad aver partecipato alla grave messa in pericolo della vita di centinaia di persone. Stando alle ricerche e alle interviste effettuate da ElPaìs e da varie Ong, la guardia costiera greca sarebbe intervenuta in due momenti distinti prima del naufragio.

Già nel pomeriggio una nave della guardacoste sarebbe sopraggiunta nelle vicinanze dell'Adriana e agli occupanti del peschereccio sarebbe stato chiesto di fare rotta verso le acque italiane, dove i viaggiatori avrebbero potuto trovare in seguito soccorso.

Un testimone racconta che la guardia costiera aveva affermato che ci sarebbero volute circa due ore. Tuttavia gli accertamenti mostrano che l'Adriana si trovava a oltre 130 chilometri dalle acque territoriali italiane, motivo per cui il viaggio avrebbe richiesto una tempistica di almeno due giorni.

Durante il tragitto il motore del peschereccio si sarebbe tuttavia rotto. A quel punto, racconta un altro testimone, i guardacoste avrebbero usato una fune per trainare l'Adriana. In un primo momento questa si sarebbe stabilizzata, arrivando poi a capovolgersi.

Un uomo aggiunge ancora che a quel punto la nave dei soccorsi, «dopo aver tagliato la fune» si sarebbe allontanata di almeno cinquecento metri. «Era molto buio, sono ancora molto confuso. Perché non sono tornati indietro? Perché si sono fermati lì? Avrebbero potuto salvare molte vite». Sono numerose, scrive ElPaìs, le testimonianze che confermano questa versione.

Stando all'inchiesta giornalistica non ci sono ancora tutti gli elementi per provare quanto potrebbe essere avvenuto in mare quella notte, ma si profila l'ipotesi che la guardia costiera greca potrebbe aver fatto di tutto pur di non far attraccare il peschereccio Adriana alle coste elleniche.

Un'ipotesi, questa, rinforzata dal fatto che alcune delle testimonianze rese ai guardacoste potrebbero essere state copia incollate. In almeno quattro casi sono state trovate affermazioni completamente identiche, nonostante fossero state rese da persone diverse e a diversi traduttori.

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