Proseguono le tensioni tra gli abitanti locali e i migranti subsahariani
TUNISI - Terza notte di tensioni e scontri tra residenti locali e migranti subsahariani alla periferia di Sfax, in Tunisia. Bloccata la strada per Sfax con pneumatici dati alle fiamme e fitto susseguirsi di sassaiole tra i gruppi rivali con i residenti che domandano alle autorità l'espulsione dei migranti irregolari dalla città. La polizia è dovuta intervenire per riportare all'ordine la situazione.
Lo riporta la radio privata di Sfax Thyna Fm, facendo notare che la tensione era già salita nel pomeriggio al termine dei funerali del quarantenne tunisino pugnalato a morte il giorno prima da un gruppo di migranti subsahariani, tragedia per cui il procuratore di Sfax ha disposto la custodia cautelare per tre camerunesi mentre un altro risulta in fuga.
Intanto alti funzionari della gendarmeria e della Guardia nazionale tunisina si sono recati a Sfax, rende noto la Guardia nazionale in una nota, dando anche conto dell'avvio di una campagna di controlli che ha portato negli ultimi giorni al fermo di 300 migranti di vari paesi dell'Africa subsahariana nella regione della seconda città della Tunisia situata nella parte centro-orientale del paese.
Nei quartieri popolari di Sfax, dove vivono i migranti, la violenza verbale e fisica tra i residenti e i migranti è frequente. Una violenza che secondo gli osservatori è aumentata dopo un discorso del 21 febbraio del presidente Kais Saied che ha condannato l'immigrazione clandestina e l'ha presentata come una minaccia demografica per il suo paese.
Durante una visita ieri alla sede del ministero dell'interno a Tunisi, Saied ha parlato della situazione a Sfax «dopo l'atto criminale che vi è avvenuto», si legge in un comunicato della presidenza. La Tunisia «non accetta che chi non rispetta le sue leggi risieda sul suo territorio, né che sia paese di transito (verso l'Europa) o terra di reinsediamento per i cittadini di alcuni paesi africani», ha detto.
La maggior parte dei migranti provenienti dall'Africa subsahariana, infatti, arriva in Tunisia per poi tentare di raggiungere l'Europa via mare, approdando clandestinamente sulle coste italiane. Secondo Saied dietro l'immigrazione clandestina ci sono «reti criminali» che mirano a turbare la «pace sociale in Tunisia».
Secondo Romdane Ben Amor, portavoce del Forum per i diritti economici e sociali (Ftdes), organizzazione non governativa locale che segue le questioni migratorie in Tunisia, l'attuale tensione a Sfax era tuttavia «prevista» e chiede un discorso «che rassereni gli animi».