Parlando del cereale esportato dall'Ucraina, l'Oxfam definisce «un grande inganno» l'accordo sullo sblocco del grano
KIEV - Nel giorno in cui la Russia chiude l'accordo sullo sblocco dell'export di grano ucraino, entrato in vigore un anno fa, Oxfam denuncia «il grande inganno», poiché «fino a oggi l'80% di quel grano passato attraverso il Mar Nero se lo sono accaparrato i Paesi più ricchi» e solo il 3% è andato a quelli più poveri.
È quanto segnala una nota della Ong, secondo cui l'intesa che un anno fa aveva portato allo sblocco dell'export di grano dall'Ucraina verso il resto del mondo si è rivelato «del tutto inadeguato a fronteggiare l'aumento della fame globale, acutizzato dalla crescita esponenziale dei prezzi del cibo e dell'energia».
«I Paesi ricchi si sono accaparrati l'80% del grano e dei cereali usciti dall'Ucraina, mentre agli altri Stati più poveri e colpiti dalla crisi alimentare è andato appena il 3%», si legge nella nota.
Secondo la nuova analisi dell'organizzazione riferita dal policy advisor sulla sicurezza alimentare di Oxfam, Francesco Petrelli, Paesi come il Sud Sudan e la Somalia, a cui è andato appena il 2% del grano ucraino dall'entrata in vigore dell'accordo, sono a un passo dalla carestia.
«Tutto questo è semplicemente vergognoso e descrive un mondo in cui la disuguaglianza continua a crescere sempre di più invece di diminuire», rileva Oxfam.