In Antartide un giallo climatico, dal sapore di thriller, che preoccupa gli scienziati
ROMA - All'Antartide manca una quantità di ghiaccio marino delle dimensioni dell'Argentina e gli scienziati stanno cercando di capire perché. Lo scrive la Cnn.
Mentre l'emisfero settentrionale è soffocato da un'ondata di caldo da record, molto più a sud, nel cuore dell'inverno, viene infranto un altro terrificante record climatico. Il ghiaccio marino antartico è sceso a minimi senza precedenti per questo periodo dell'anno.
Ogni anno, il ghiaccio marino antartico si riduce ai livelli più bassi verso la fine di febbraio, durante l'estate del continente. Il ghiaccio marino poi si ricostruisce durante l'inverno. Ma quest'anno gli scienziati hanno osservato qualcosa di diverso. Il ghiaccio marino non è tornato ai livelli previsti. Infatti è ai livelli più bassi per questo periodo dell'anno da quando sono iniziate le registrazioni 45 anni fa.
Rischi per foche e pinguini, ma non solo
«Fino a dieci anni fa si pensava, sbagliando, che almeno l'Antartide fosse immune da queste destabilizzazioni» ma oggi i dati sulla riduzione del ghiaccio marino dell'Antartide «fanno pensare a conseguenze gravi per l'ecosistema, con pinguini e foche che ad esempio si troverebbero 'senza casa' e per la stabilità dei ghiacciai e delle calotte di ghiaccio costiere».
Così all'ANSA il direttore del dipartimento di Scienze del sistema Terra e tecnologie per l'ambiente del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), Fabio Trincardi. Secondo l'esperto, se è vero che occorre considerare che i ghiacci marini ai Poli «subiscono grandi oscillazioni stagionali, qui si teme un salto di stato del sistema perché la riduzione dell'estensione del ghiaccio marino, oggi eclatante, è in atto senza inversioni da quasi dieci anni».
Il solo ghiacciaio Thwaites, in Penisola Antartica, ricorda l'esperto del Cnr «può, fondendosi, contribuire a molti metri di innalzamento del livello del mare».
«Pochissimo tempo per cambiare stile di vita»
Trincardi mette poi in evidenza, a livello globale, come tutto il ghiaccio presente sulla Terra alle alte latitudini e in alta quota sulle montagne «è il più destabilizzato», mentre sembra che il ghiaccio marino Artico «sia destinato a scomparire in estate nel giro di un decennio, con conseguenze devastanti sul bilancio termico della Terra, così come la calotta della Groenlandia, sembra ormai destinata a fondersi contribuendo in pochi secoli a un innalzamento globale del livello del mare fino a sette metri».
Da qui l'appello per «accelerare con la trasformazione delle nostre economie togliendole dalla dipendenza dai combustibili fossili, principali responsabili dell'aumento di gas climalteranti in atmosfera, insieme con i disboscamenti selvaggi, l'agricoltura intensiva e la zootecnia industriale. Dobbiamo cambiare stile di vita in tutti i continenti e il tempo rimasto per farlo - conclude Trincardi - è ormai pochissimo».