L'attacco è stato sferrato in un'elegante zona pedonale della città.
TEL AVIV - Due nuovi episodi drammatici sono stati registrati nel conflitto fra israeliani e palestinesi. A Tel Aviv un militante della Jihad islamica è stato protagonista di un attentato in un'elegante via pedonale, in quel momento affollata. Ha sparato a bruciapelo su una guardia municipale, ferendola alla testa in modo molto grave, ed è stato poi «neutralizzato» da una seconda guardia in una drammatica sparatoria svoltasi vicino ai tavolini di alcuni caffè. La guardia è poi deceduta in ospedale.
La sera prima, in Cisgiordania, un ragazzo palestinese di 19 anni è stato colpito a morte dagli spari di israeliani, durante un confronto fra un gruppo di coloni e gli abitanti palestinesi del villaggio di Burqa (Ramallah). La polizia israeliana ha arrestato due estremisti di destra ebrei, uno dei quali è sospettato di aver sparato sul ragazzo. Il secondo è stato in un passato recente impiegato da "Potere ebraico", il partito del ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. Un ministro palestinese, Hussein a-Sheikh, ha chiesto che adesso "Potere ebraico" sia incluso nelle liste internazionali dei gruppi terroristici.
Secondo la ricostruzione della polizia di Tel Aviv l'attentatore, Kamal Abu Baker, è giunto da Jenin (Cisgiordania) e militava in una fazione armata locale. Ha girato a lungo per le vie della città dove un'ora dopo era prevista una nuova manifestazione di massa contro la riforma della giustizia intrapresa dal governo Netanyahu. Ma ha attirato il sospetto di una guardia municipale ed ha deciso allora di passare subito all'azione. La polizia non è ancora in grado di stabilire se intendesse piuttosto agire ai margini della manifestazione, che ha visto la partecipazione di decine di migliaia di persone. La polizia ha consentito loro di svolgere la manifestazione secondo i programmi prestabiliti, ma ha consigliato di fare attenzione alla presenza di qualsiasi persona o di oggetti sospetti.
In Cisgiordania nel frattempo si sono svolti i funerali del giovane Qosai Mitan, ucciso nel confronto con i coloni. Secondo l'esercito un gruppo accompagnato da un gregge è entrato nella zona di Burqa ed abitanti del posto si sono organizzati per affrontarli. Ci sono stati lanci di pietre fra le due parti e anche lanci di fuochi di artificio ad altezza d'uomo. L'israeliano di 19 anni che è sospettato di aver sparato contro Qosai è stato colpito alla testa da una grossa pietra ed è ricoverato in condizioni gravi in un ospedale israeliano. È formalmente in stato di arresto, ma ancora non ha fornito una versione dei fatti. Con lui la polizia ha arrestato anche un estremista di 18 anni che in un passato recente è stato impiegato da "Potere ebraico".
Il ministro Hussein a-Sheikh, che funge anche da segretario generale del Comitato esecutivo dell'Olp, ha accusato "Potere ebraico" di incitare a violenze contro i palestinesi e ha sostenuto che dovrebbe essere ormai considerato "una organizzazione terroristica". Intanto Hamas e la Jihad islamica hanno collegato l'uccisione del ragazzo in Cisgiordania con l'attentato di Tel Aviv, e lo ha definito "un'operazione eroica".