Sia gli ambientalisti sia dei volti della politica stanno chiedendo al governo di intervenire contro lo stillicidio
NAIROBI - È allarme in Kenya per lo sradicamento di decine di iconici alberi di baobab che da due mesi a questa parte vengono caricati su navi dirette al porto di Mombasa per l'esportazione.
Si tratta di esemplari del peso di diverse tonnellate e che possono avere anche più di mille anni. Dopo l'intervento degli ambientalisti, ieri anche la ministra dell'Ambiente keniana, Soipan Tuya, ha chiesto al governo della contea di Kilifi di proteggere gli alberi di baobab, affermando che la loro esportazione equivale al commercio di risorse genetiche, che dovrebbe essere regolato dalla convenzione sulla diversità biologica di Nagoya, lo strumento internazionale sul commercio di risorse genetiche, di cui il Kenya è uno dei firmatari.
Lo stillicidio è iniziato dopo che il mese scorso l'imprenditore georgiano Georgy Gvasaliya aveva ammesso l'acquisto da un privato di due baobab nella contea di Kilifi e il loro sradicamento per trasportarli in un parco tematico nella capitale Tbilisi. Secondo il ministero, questa licenza sarebbe stata ottenuta «in modo irregolare», riporta il quotidiano The East African.
Il governatore di Kilifi, Gideon Mung'aro, sulla scia delle esportazioni, ha messo in guardia gli agricoltori che intendono vendere i baobab e gli acquirenti da severe azioni legali. «La terra di Kilifi è già spoglia a causa del taglio massiccio di alberi per la produzione di carbone, e ora stiamo sradicando il baobab per esportarlo. Purtroppo, stiamo vendendo i nostri santuari e i nostri luoghi di culto», ha detto.