Per le autorità polacche il complotto sventato rappresenta la più grave minaccia russa per un Paese Nato dall'inizio della guerra
VARSAVIA - I servizi segreti russi hanno reclutato un certo numero di cittadini ucraini nel tentativo di interrompere il flusso di armi occidentali attraverso la Polonia verso Kiev, riporta il "Washington Post". Almeno 16 persone sono state fermate dalle autorità polacche, inclusi 12 rifugiati ucraini.
Secondo il quotidiano americano, le autorità polacche ritengono che il complotto sventato abbia rappresentato la più grave minaccia russa per un Paese della Nato dall'inizio della guerra contro Kiev; sarebbe stato orchestrato dall'intelligence militare russa e portato a termine sul campo da rifugiati ucraini in Polonia.
I profughi sarebbero stati inizialmente reclutati da fonti anonime per svolgere compiti semplici e di basso livello, come la distribuzione di materiale propagandistico volto a creare tensioni tra polacchi e ucraini. I compiti sarebbero poi diventati sempre più seri, includendo lo spionaggio di siti militari e altri luoghi in cui sarebbero state portate armi occidentali.
Il piano è andato avanti per mesi, ma alla fine le reclute scarsamente addestrate hanno commesso errori banali e sono state catturate dal servizio di sicurezza interna polacco Abw.
Non è chiaro quale effetto tangibile il complotto abbia avuto sull'interruzione delle spedizioni di armi.