L'ex direttore della Cia Leon Panetta pensa che il Cremlino cercherà di mettere le mani sull'organizzazione
MOSCA - Quanto è accaduto ieri sera rappresenta sicuramente il momento di maggiore crisi per il Gruppo Wagner. L'organizzazione mercenaria si trova improvvisamente privata dei suoi vertici: il fondatore Yevgeny Prigozhin e altri comandanti come Dmitry Utkin e Valery Chekalov.
In Wagner è il momento del dolore e della rabbia. Ma le alte gerarchie invitano i membri a mantenere la calma. «A causa della grande perdita per tutti coloro che hanno sostenuto e sostengono tutti i comandanti e i Wagner, vi chiediamo di non intraprendere attività amatoriali, di non adottare alcuna misura all'interno del Paese mentre esiste una minaccia esterna», hanno scritto in un post su Telegram. Prigozhin, aggiungono, «non approverebbe di decisioni sconsiderate da parte nostra». La sua opera, proseguono, «ci ha resi tutti fratelli. Solo la vittoria su un nemico esterno ci darà il vantaggio e la forza per capirlo dentro casa nostra».
Le mani del Cremlino su Wagner? - Si pongono poi, inevitabili, le domande sul futuro di Wagner senza la sua guida storica. Cosa accadrà nelle prossime settimane e, più ancora, a lungo termine? Secondo l'ex direttore della Cia Leon Panetta il Cremlino potrebbe cercare di mettere le mani sul Gruppo. «Penso che saranno molto preoccupati di permettere a questi ragazzi di continuare a operare da soli». Panetta ha affermato alla Cnn che non sarebbe sorpreso se Mosca prendesse il controllo della struttura paramilitare «in Africa, in Asia e ovunque si trovino». Non solo: «Credo che anche i membri del Gruppo Wagner debbano preoccuparsi della loro vita».