L'uomo che aveva condiviso la foto della croce non si sarebbe dovuto trovare sul cantiere nella notte dell'incidente ferroviario
BRANDIZZO - Non porta rancore, la mamma di una delle cinque vittime dell'incidente ferroviario nel comune torinese di Brandizzo, avvenuto la scorsa settimana. Perlomeno non nei confronti di chi quella notte aveva dato il via libera ai lavori.
Intervistata dal Corriere della Sera racconta che il figlio - l'operaio 34enne a cui era apparsa una croce sulle rotaie - non sarebbe dovuto essere al lavoro quella notte e che era tornato in anticipo dalle ferie perché aveva conti e bollette da pagare. Si erano sentiti al telefono per l'ultima volta poco prima dell'incidente.
«Sono stata la prima a vedere quell’immagine. Me l’ha mandata e mi ha chiesto: “Ma’, secondo te che vorrà dire? Sarà un brutto segno?” Ma no!, gli ho risposto io. Vedrai che sarà un segno buono...», ricorda commossa la 61enne.
Lei, insieme al cognato, oggi racconta che il tecnico di Rete Ferroviaria italiana che aveva autorizzato l'inizio del cantiere quella notte non è colpevole: «Io non giudico nessuno, tantomeno lui. È un lavoratore, era lì per dare da mangiare ai suoi figli e immagino che oggi sia un uomo morto dentro».
L'auspicio è che, dalla tragedia, si possa trarre una lezione di modo che, in futuro, morti come queste si possano evitare: «Spero che si vorrà guardare a tutto il sistema della sicurezza, anche più in alto di lui. Spero che il sacrificio di mio figlio e degli altri almeno non sia stato invano, che le cose possano migliorare perché nessun altro muoia mai più come loro», conferma al quotidiano.