Quattro furti pressoché identici, messi a segno in quattro diverse città. Fatale per i ladri un'impronta digitale lasciata su una vetrina.
VITERBO - Operavano con destrezza i due sudamericani - un uomo e una donna -, arrestati dalla Polizia di Stato italiana per avere rapinato, con l'aiuto di una complice, quattro gioiellerie in altrettante città: Viterbo, Milano, Firenze e Siena.
Il primo anello rubato e l'errore fatale.
Il primo colpo è stato messo a segno a fine aprile a Viterbo: dopo aver distratto la commessa i tre "fanno sparire" un anello del valore di circa 17mila euro. Ma con un errore, un'impronta lasciata sulla vetrina e identificata poi dalla Scientifica. Da qui l'individuazione di una delle donne coinvolte - poi riconosciuta dalla commessa -, anche grazie alle registrazioni video delle telecamere di sorveglianza.
L'auto a noleggio e i documenti falsi.
Individuati successivamente anche gli altri due complici e l'auto noleggiata (con documenti falsi), utilizzata per gli spostamenti nel mese di maggio. E proprio dal tracciato GPS di quest'ultima, i poliziotti sono riusciti a ricostruire la presenza dei tre a Milano e Firenze, proprio negli stessi giorni delle successive rapine che vedranno i lestofanti impossessarsi di altri due anelli dal valore complessivo di 33mila euro.
L'arresto e il carcere.
Ecco che infine, dopo aver riconosciuto i tre come responsabili anche del quarto furto - altri due anelli del valore di 7mila euro -, messo a segno a Siena, è scattata l’ordinanza di cattura e il duplice arresto del 47enne e della complice 38enne, ora in carcere a Regina Coeli e Rebibbia.
È invece ancora latitante la terza componente della banda.