La stima: 37,6 milioni di persone vivranno in condizioni di estrema povertà a causa degli impatti dei cambiamenti climatici e dei disastri
GINEVRA - Povertà, disuguaglianza e discriminazione sono cause e conseguenze del crescente rischio di catastrofi. La disuguaglianza crea le condizioni che rendono le persone esposte e vulnerabili ai disastri. Le catastrofi hanno inoltre un impatto sproporzionato sulle persone più povere e più a rischio, peggiorando così la disuguaglianza.
A lanciare l'allarme è l'Undrr, l'ufficio dell'Onu per il contrasto ai disastri naturali ai quali è dedicata la giornata di oggi, aggiungendo che entro il 2030, secondo le attuali proiezioni climatiche, il mondo dovrà affrontare circa 560 disastri all'anno.
Si stima che entro il 2030 altri 37,6 milioni di persone vivranno in condizioni di estrema povertà a causa degli impatti dei cambiamenti climatici e dei disastri. Uno scenario peggiore di cambiamenti climatici e disastri spingerà altri 100,7 milioni di persone nella povertà entro il 2030.
Per l'Onu: "Possiamo frenare il potere distruttivo dei pericoli - in altre parole, impedire che si trasformino in disastri - attraverso una pianificazione attenta e coordinata progettata per ridurre l'esposizione e la vulnerabilità delle persone ai danni. Sono necessari maggiori investimenti nella raccolta e nell'utilizzo di dati disaggregati, sia per comprendere meglio gli impatti e l'esposizione sproporzionati ai disastri, sia per informare i piani di rafforzamento della resilienza".