«Piegare la curva delle emissioni rimane possibile, ma molto difficile. I costi dell'inazione potrebbero essere enormi»
PARIGI - «Allo stato attuale, la domanda di combustibili fossili è destinata a rimanere troppo alta per mantenere l'obiettivo dell'Accordo di Parigi di limitare l'aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi. Questo rischia non solo di peggiorare gli impatti sul clima dopo un anno di caldo record, ma anche di minare la sicurezza del sistema energetico, costruito per un mondo più fresco e con meno eventi meteorologici estremi». È quanto si legge nel rapporto World Energy Outlook 2023 dell'Agenzia internazionale dell'Energia (Iea).
«Piegare la curva delle emissioni su un percorso coerente con 1,5 gradi rimane possibile, ma molto difficile. I costi dell'inazione potrebbero essere enormi: nonostante l'impressionante crescita delle energie pulite basata sulle attuali impostazioni politiche, le emissioni globali rimarrebbero sufficientemente alte da far aumentare le temperature medie globali di circa 2,4 gradi in questo secolo, ben al di sopra della soglia chiave stabilita dall'Accordo di Parigi», proseguono gli esperti di Iea.
Il Weo-2023 propone una strategia globale per rimettere il mondo in carreggiata entro il 2030 che consiste in cinque pilastri fondamentali, che possono anche costituire la base per il successo della conferenza sui cambiamenti climatici Cop28.
Si tratta di triplicare la capacità rinnovabile globale; raddoppiare il tasso di miglioramento dell'efficienza energetica; ridurre del 75% le emissioni di metano prodotte dalle attività dei combustibili fossili; meccanismi di finanziamento innovativi e su larga scala per triplicare gli investimenti nelle energie pulite nelle economie emergenti e in via di sviluppo; misure per garantire un declino ordinato nell'uso dei combustibili fossili, compresa la fine delle nuove autorizzazioni per le centrali elettriche a carbone senza limiti.