«La guerra dentro Gaza sarà la nostra seconda guerra di indipendenza», ha detto il premier israeliano in un discorso alla nazione.
TEL AVIV - Sin da ieri sera nel nord della Striscia stanno operando forze israeliane di combattimento combinate, composte da mezzi corazzati, genieri e fanteria. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui nelle operazioni i soldati hanno individuato e colpito cellule terroristiche di lancio di missili anti tank e di mortaio.
Inoltre, i carri armati dell'esercito hanno «diretto gli elicotteri dell'aviazione verso un punto d'incontro operativo di Hamas per i suoi operativi terroristici all'interno di un edificio» che poi è stato colpito. Secondo il portavoce militare «diverse cellule terroristiche» che sono state «neutralizzate» «hanno tentato di lanciare missili anticarro contro i soldati». Un drone dell'esercito - ha concluso - ha anche colpito «i terroristi di Hamas in una struttura con trappole esplosive».
«È il momento della verità: vincere o cessare di esistere», ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un discorso alla nazione. «La guerra dentro Gaza sarà dura e lunga - ha aggiunto -, sarà la nostra seconda guerra di indipendenza. Vogliamo restituire agli assassini quello che hanno fatto».
«Siamo entrati a Gaza in maniera ponderata nella preoccupazione per la sorte dei nostri soldati», ha aggiunto Netanyahu. «Siamo entrati nell'avamposto della cattiveria: il nostro obiettivo - ha aggiunto - è demolire Hamas e riportare indietro gli ostaggi».
A descrivere lo scenario che ha mutato la situazione sul campo è stato invece il ministro della Difesa Yoav Gallant, secondo cui la «guerra è entrata in nuova fase e l'operazione contro Hamas a Gaza continuerà fino a che non saranno emessi nuovi ordini». Al nord della Striscia da ieri sera stanno operando forze israeliane di combattimento combinate, composte da mezzi corazzati, genieri e fanteria con l'obiettivo di rimuovere ogni resistenza, demolire le postazioni di lancio di missili anti tank e mortai, oltre a neutralizzare il più possibile la rete dei tunnel di Hamas e privare la Striscia di ogni copertura internet per non consentire le comunicazioni.
Gli ostaggi - Intanto, il premier israeliano ha assicurato alle famiglie degli ostaggi, in un incontro odierno, che «continuerà a fare ogni possibile tentativo per riportarli a casa». «Questo sforzo per riportarli a casa non solo continua, ma cresce di giorno in giorno», ha detto, citato dai media, aggiungendo che sarà tentata «ogni opzione possibile per riportarli a casa». «Questo - ha proseguito - è parte integrale degli obiettivi dell'operazione, non è retorica».
«Abbiamo chiarito a Netanyahu che è necessario un accordo 'tutti in cambio di tutti'», tutti i detenuti palestinesi in cambio di tutti gli ostaggi. Lo hanno detto le famiglie dei rapiti parlando in piazza subito dopo l'incontro con il premier israeliano. «Devono riportarli a casa con qualsiasi tipo di negoziato, non importa cosa gli danno in cambio», ha aggiunto uno dei portavoce, riferendo che Netanyahu «ha ascoltato e ha detto che farà tutto il possibile per questo».
Nel frattempo Hamas ha dichiarato che «si sono svolti contatti sulla questione dei prigionieri e c'era la possibilità di raggiungere un accordo, ma il nemico ha temporeggiato». Lo sostiene il portavoce delle Brigate Al-Qassam, Abu Oberida, ribadendo che «finora» i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza «hanno ucciso 50 prigionieri». Nei bombardamenti, riferisce un portavoce militare israeliano, sono stati uccisi due leader di Hamas e colpiti 150 obiettivi. Israele ha lanciato un appello ai civili: «Andate a Sud».