Tra i turisti evacuati dalla meta turistica messicana vi sono anche alcuni svizzeri
ACAPULCO - L'Uragano Otis ha colto di sorpresa tutti. Dagli scienziati, ai meteorologi, a chi in mare ci lavora. È il caso di un 24enne, la cui testimonianza è stata raccolta dal ElPaís, finito al largo insieme a un collega e rimasto in balia delle onde per quasi un'ora.
Il giovane si trovava nella baia di Acapulco nella notte tra il 24 e il 25 ottobre. Era sensato prendersi cura di uno yacht durante la tempesta tropicale che la meta turistica messicana si stava aspettando. Intorno a lui c'erano centinaia di barche e su una buona quarantina era certo vi fossero almeno due persone.
Intorno alle 23:30, però, il mare ha cominciato a ingrossarsi più di quanto previsto dai centri di meteorologia. In poco tempo le barche hanno cominciato a muoversi rapide e senza alcun controllo, scontrandosi le une con le altre. Le cime scoppiate e lo scafo rotto, la nave su cui si trovava il giovane insieme a un compagno è presto affondata e i due si sono ritrovati in balia del mare.
I due si sono aggrappati a quanti più detriti potevano, finché un terzo marinaio non è riuscito a soccorrerli. Stando alla sua testimonianza: molte delle persone che si trovavano al lavoro nella baia quella notte sono ancora date per disperse. Ma perché erano tutti lì?
Non era previsto che Otis divenisse un uragano di categoria 5. E a distanza di giorni, numerosi studiosi e meteorologi si interrogano sul come e perché la tempesta abbia guadagnato molta forza e velocità in pochissime ore. La chiave, come sottolineato da alcuni all'Associated Press, sta sicuramente nell'acqua. E le ipotesi al vaglio sono diverse: prima fra tutte sta la temperatura superficiale del mare e quella più profonda, ma si valutano anche una possibile combinazione perfetta dei venti e la salinità dell'acqua.
Otis, va sottolineato, non è il primo uragano che coglie impreparati esperti e popolazione. Negli ultimi dieci anni si è assistito a un aumento delle tempeste che si intensificano in poco tempo. Ne sono un esempio l'uragano Delta, che fece sei morti in Messico nel 2020, e l'uragano Maria che nel 2017 uccise oltre 3mila persone tra Porto Rico, Dominica e Martinica.
Al momento il bilancio ad Acapulco è di almeno 48 morti, sei dispersi, molte decine di feriti e ingenti danni materiali. Il ministero degli Esteri messicano ha reso noto che, su richiesta di diversi Paesi stranieri ha cercato, localizzato ed evacuato dalla regione di Acapulco 263 stranieri, rimasti temporaneamente bloccati dai disastri provocati dall'uragano Otis, tra cui alcuni svizzeri.
In un comunicato, il ministero ha precisato che si tratta di cittadini di 15 Paesi che hanno già lasciato lo Stato di Guerrero dove soggiornavano al momento del passaggio dell'uragano. Oltre a quelli svizzeri, i turisti evacuati provenivano da Germania, Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Spagna, Giappone, Perù, Belgio, Costa Rica, Cuba, Stati Uniti, Francia e Regno Unito.