Continuano i disagi causati dal maltempo che ha colpito il Nord d'Italia. Per il momento non si segnalano feriti.
MILANO - La bomba d'acqua che nella notte tra lunedì e martedì si è abbattuta su Milano e la Brianza continua a creare disagi. I vigili del fuoco - attivi a partire dalle cinque di martedì mattina - sono intervenuti una ventina di volte per alberi caduti, rami spezzati, allagamenti di cantine e alcuni cartelloni pubblicitari crollati a causa delle raffiche di vento. L'assessore alla Sicurezza Marco Granelli ha dichiarato che il fiume Seveso - esondato martedì mattina - è rientrato nei suoi argini verso mezzogiorno. Nella zona Nord di Milano sono stati registrati 31 millimetri di pioggia in un'ora. Al momento non si segnalano feriti.
I quartieri più colpiti - L'esondazione del Seveso ha colpito i quartieri di Niguarda, Maggiolina e Isola. In quest'ultimo l'acqua è entrata nei negozi di piazza Minniti. Era dal 2014 che non succedeva. In via Guglielmo Pepe, invece, una donna è rimasta intrappolata all'interno della sua Mini ed è stata salvata dai vigili del fuoco. Le pattuglie della polizia hanno chiuso viale Fulvio Testo - un importante arteria di accesso al centro Nord del capoluogo lombardo - e viale Sarca.
Treni e metropolitane - Importanti i disagi sui binari: il sottopassaggio che porta alla stazione di Milano Porta Garibaldi si è completamente allagato, con l'acqua che entrava a cascata dalle scale. Trenord ha comunicato ritardi di almeno 15 minuti e la soppressione della fermata di Porta Garibaldi per alcuni treni. Neanche la metropolitana è stata risparmiata: i collegamenti della linea M3 sono interrotti tra Zara e Milano Centrale.
La polemica - Sui social è subito scattata la polemica, con l'assessore alla Sicurezza Granelli che si è lamentato che le «vasche di contenimento del Seveso» sono in «collaudo» a Milano, ma «indietro» nel resto della Lombardia. Pronta la replica del presidente della Regione Attilio Fontana: «Credo che Granelli si dovrebbe occupare di gestire meglio la città, perché non sono mai successe situazioni simili, che dimostrano un completo abbandono. (...) Noi il nostro lavoro lo stiamo facendo. Di solito è così: quando uno ha la coda di paglia cerca di scaricare sugli altri le sue responsabilità».