Il direttore dell'Oms chiede un cessate il fuoco: «Oltre 250 attacchi nella Striscia e in Cisgiordania contro le strutture sanitarie»
GAZA - È di nuovo alta tensione tra Israele e l'Onu dopo che l'Oms ha lanciato ieri un drammatico allarme sulla situazione sanitaria a Gaza nel corso di una nuova riunione del Consiglio di Sicurezza e l'ambasciatore israeliano al Palazzo di Vetro arriva ha risposto con un nuovo durissimo attacco all'organizzazione internazionale, accusata di essere "complice" di Hamas.
Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha ammonito che la Striscia è «in ginocchio» e che «in media, un bambino viene ucciso ogni 10 minuti». «Nessuno, in nessun posto, è al sicuro», ha avvertito Tedros spiegando che la metà dei 36 ospedali della Striscia non funzionano più e «la situazione sul campo è impossibile da descrivere: corridoi degli ospedali pieni di feriti, malati e moribondi, obitori traboccanti, interventi chirurgici senza anestesia, decine di migliaia di persone che si rifugiano negli ospedali».
Il direttore dell'Oms ha lanciato al Cds l'ennesimo appello per un cessate il fuoco, precisando che ci sono stati «più di 250 attacchi» contro strutture sanitarie a Gaza e in Cisgiordania dall'inizio della guerra contro Hamas.
Per Israele, tuttavia, il drammatico quadro descritto dalle varie agenzie delle Nazioni non corrisponde alla realtà. Non solo, "per anni l'Onu si è rifiutata di istituire meccanismi di verifica che possano fornirci un quadro veritiero della realtà", ha tuonato l'ambasciatore israeliano Gilad Erdan, accusando le Nazioni Unite di essere "un altro complice" di Hamas.
«L'Oms, Unrwa, e tristemente anche il segretario generale Guterres, non riportano la situazione sul terreno», ha attaccato sostenendo che «molti operatori Unwra a Gaza sono essi stessi membri di Hamas. È giunto il momento di sfatare il mito dei fatti forniti dalle Nazioni Unite». Erdan ha poi affermato che «negli ultimi 16 anni Hamas ha trasformato ogni centimetro di Gaza in una trappola terroristica» e Israele sta «combattendo una guerra che non ha voluto", poiché Hamas è "completamente responsabile per la situazione nella Striscia».
Dall'ambasciatore palestinese Ryad Mansour, invece, è arrivato un nuovo appello a «fermare il massacro». Mentre parliamo, ha detto l'inviato, «gli ospedali sono diventati il primo obiettivo di Israele. Le bombe arrivano ovunque, scuole, macchine, ospedali, campi profughi, strutture Onu».