Centinaia di attiviste si sono viste sbarrare la strada dagli agenti in tenuta antisommossa
ISTANBUL - La polizia in tenuta antisommossa ha fermato un corteo con qualche centinaio di attiviste che stavano marciando nel centro di Istanbul in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Le forze dell'ordine hanno bloccato la strada alle attiviste che, con cartelloni e slogan femministi, avevano iniziato a marciare dal quartiere di Mecidiyekoy verso la centrale piazza Taksim, già da ieri completamente transennata. Per decisione della prefettura di Istanbul, sono state chiuse le fermate della metropolitana nei quartieri più centrali, sorvegliati da molti agenti di polizia.
Trovandosi davanti agli agenti che bloccavano la strada, le donne si sono fermate ma hanno continuato a gridare slogan, esponendo striscioni e cartelloni con i nomi di varie donne uccise da uomini negli ultimi anni in Turchia. Dimostrazioni in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne si sono tenuto o sono in corso anche in molte altre città della Turchia, come Tunceli, Eskisehir, Izmir, Antalya e nella capitale Ankara.
Le manifestazioni si sono tenute nel contesto di almeno 205 femminicidi nel Paese a partire da gennaio, come denuncia l'organizzazione Bianet nei suoi rapporti secondo cui lo scorso anno le donne uccise da uomini sono state 327, nella maggior parte dei casi per violenza subita dai propri partner o da membri della famiglia e conoscenti.
Le manifestazioni sono anche state un'occasione per criticare nuovamente l'uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, il più importante trattato internazionale per combattere la violenza contro le donne che Ankara aveva ratificato nel 2012 ma nel 2021 il presidente Recep Tayyip Erdogan ha deciso di ritirare la firma turca. Tanti gli slogan per difendere la legge numero 6284, il provvedimento principale in Turchia "per proteggere la famiglia e impedire la violenza contro le donne". Approvata nel 2012, recentemente la legge è stata contestata da alcuni partiti islamisti, Yeniden Refah Partisi e Huda Par, che fanno parte della coalizione con cui Erdogan ha vinto le elezioni in maggio e hanno già chiesto che venga rimossa, sostituita o cambiata.