Il fumo è la principale causa di morti prevenibili in Nuova Zelanda.
WELLINGTON - Il governo della coalizione di centrodestra in Nuova Zelanda ha in programma una marcia indietro sulla legge approvata nel 2022 per vietare alle nuove generazioni di fumare sigarette ed altri prodotti a base di tabacco, segnalano oggi i media locali.
Gli introiti derivanti dalle tasse sul fumo saranno invece utilizzati per finanziare il taglio delle imposte promesso dalla nuova coalizione, formata dal Partito Nazionale di centrodestra, dal partito liberale Act New Zeland e dal conservatore New Zeland First.
Il fumo è la principale causa di morti prevenibili in Nuova Zelanda e la politica mirava a impedire alle giovani generazioni di prendere il vizio. La legislazione, introdotta sotto il precedente governo guidato da Jacinda Ardern, avrebbe vietato la vendita di sigarette l'anno prossimo a chiunque sia nato dopo il 2008.
Le misure includevano la limitazione del numero di rivenditori di tabacco e la riduzione del livello di nicotina nelle sigarette. I modelli statistici prevedevano che le leggi antifumo avrebbero potuto salvare fino a 5.000 vite ogni anno. E la legislazione neozelandese aveva ispirato il governo britannico del primo ministro Rishi Sunak, che a settembre ha annunciato un divieto di fumo simile per i giovani britannici.
La marcia indietro del nuovo esecutivo è stata criticata da medici ed esperti di salute pubblica, soprattutto perché avrà conseguenze sulle comunità autoctone dei Maori dove il tabagismo è molto diffuso.
Il Partito Nazionale del neo primo ministro Chris Luxon, che ha ottenuto il 38% dei voti nelle elezioni del 14 ottobre, non aveva menzionato le leggi Smoke-free durante la campagna elettorale. L'annuncio fatto sabato dal nuovo ministro delle Finanze Nicola Willis che il governo avrebbe abrogato le leggi ha lasciato di stucco gli esperti della Sanità.