Celebrati oggi alle 11 i funerali della studentessa. Tra lacrime e applausi. Tra rabbia e «speranza per un mondo migliore».
PADOVA - Il freddo e un cielo grigio hanno accolto questa mattina il feretro di Giulia Cecchettin. Insieme a migliaia di persone, che hanno gremito la piazza della basilica di Santa Giustina a Padova, per seguire il funerale della studentessa uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta.
Alle 10.50 il carro funebre ha consegnato all'ultimo saluto della folla la bara bianca coperta da rose bianche. Seguita sul sagrato di quella che è una delle basiliche più grandi al mondo - 1200 posti - da papà Gino, dalla sorella Elena e dal fratello Davide.
Le lacrime e un applauso hanno accompagnato il feretro all'interno della chiesa, dove il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla ha celebrato la messa, trasmessa in diretta anche dalla tv di Stato.
«Amarezza, tristezza, rabbia»
«La conclusione di questa storia lascia in noi amarezza e tristezza. A tratti anche rabbia - ha detto nell'omelia il vescovo - ma quanto abbiamo vissuto ha reso evidente anche il desiderio di trasformare il dolore in impegno. Per edificare una società e un mondo migliori».
E non è mancato il riferimento all'assassino: «Chiediamo la pace del cuore anche per Filippo e la sua famiglia».
Cara Giulia grazie per i 22 anni vissuti insieme. Ti amo tanto»
Sono ormai le 12, Elena piange mentre l'incenso avvolge la bara bianca. La famiglia Cecchettin si stringe in un abbraccio che unisce tutti.
«Ci siamo bagnati. Infreddoliti. Ma grazie per il vostro sostegno, per essere qui oggi», legge in un messaggio papà Gino, distrutto ma composto nel dolore. «Mia figlia era come l’avete conosciuta: una giovane donna mai sazia di imparare. E dopo la perdita della mamma ha abbracciato la famiglia. Si è guadagnata il titolo di mamma».
«Insegnaci a danzare sotto la pioggia»
«Il vero amore è accettazione - prosegue - Cara Giulia salutaci la mamma. Aiutateci a sopravvivere, a danzare sotto la pioggia. Impareremo a farlo. Cara Giulia grazie per i 22 anni vissuti insieme. Ti amo tanto».
Termina così la messa che ha unito l'Italia attraverso le tv collegate in diretta.
I carabinieri guidano l'uscita della bara, reggendo una corona di rose avvolte nel tricolore. La folla applaude. Le lacrime accomunano tutti, cronisti compresi.
È il piccolo grande miracolo che ha fatto Giulia, che ora riposerà accanto a sua mamma, morta un anno fa.
L'applauso della piazza è incessante, come il dolore che stringe i cuori di tutti.