Per raggiungere l'obiettivo, stimano gli israeliani, le operazioni militari dovranno proseguire sia nel nord che nel sud della Striscia
GAZA - Ufficiali della sicurezza israeliana ritengono che potrebbe volerci fino a un mese prima che venga esercitata una pressione militare sufficiente su Hamas affinché si apra una nuova finestra per una tregua e il rilascio di altri ostaggi prigionieri a Gaza. Lo ha riferito la Radio Militare.
Secondo le stesse fonti, per raggiungere questo obiettivo le operazioni militari dovranno continuare sia nel nord sia nel sud della Striscia. Si ritiene che a Gaza ci siano ancora 138 ostaggi nelle mani di Hamas e delle altre fazioni palestinesi.
Intanto, l'esercito israeliano ha circondato da ieri la casa del leader di Hamas, Yahya Sinwar, a Khan Yunis (Gaza): lo riporta Haaretz, che cita il canale saudita Al-Arabiya Channel.
Dal canto suo, Save the Children - l'Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro - ha lanciato un allarme. Il disastro umanitario di Gaza, in cui oltre un milione di bambine e bambini rischiano di essere uccisi, è aggravato anche dalle conseguenze della crisi climatica.
Prima dell'escalation di violenza del 7 ottobre, i 16 anni di blocco terrestre, marittimo e aereo imposto dal governo di Israele - afferma Save the Children - avevano già accelerato il declino ambientale di Gaza e aggravato la disparità di accesso alle risorse naturali, rendendo la popolazione particolarmente vulnerabile agli impatti dell'attuale crisi. In particolare, la carenza di acqua potabile a Gaza, è ora un problema critico per l'intera popolazione di 2,3 milioni di persone.