L'appello della first lady Olena Zelenska che ha esortato gli Stati Uniti a «non fare un regalo di Natale a Putin»
La guerra a Gaza, scatenata dal massacro di Hamas il 7 ottobre, ha inevitabilmente oscurato il conflitto in Ucraina. Finora nessuno ha chiesto a Kiev di smettere di combattere e avviare un negoziato con Mosca ma evidentemente il Paese teme questo sviluppo.
Lo dimostra il drammatico appello lanciato dalla first lady Olena Zelenska: «Se il mondo si stanca di aiutarci, ci lascerà semplicemente morire. Per noi è una questione vitale», ha detto in un'intervista alla Bbc che sarà trasmessa integralmente domenica.
Esprimendo un profondo senso di angoscia di fronte agli evidenti segnali di «stanchezza» dei Paesi che finora hanno sostenuto l'Ucraina con finanziamenti cruciali per difendersi dall'esercito del Cremlino. A cominciare dagli Stati Uniti, primo Paese finanziatore, dove il 6 dicembre l'ostruzionismo dei repubblicani ha di fatto bloccato il nuovo pacchetto da oltre 108 miliardi di dollari, di cui 60 per Kiev, chiesto dall'amministrazione Biden.
«Abbiamo davvero bisogno di aiuto. Non possiamo stancarci, perché se lo facciamo, moriamo. Ci fa molto male vedere segnali che l'appassionata disponibilità che c'è stata finora può affievolirsi. Per noi è vitale. Fa male vedere ciò che sta succedendo», ha dichiarato Olena Zelenska, che ha ben presente come lo sforzo bellico del suo Paese, dopo quasi due anni dall'invasione russa, stia seriamente rischiando di dissolversi se venisse a mancare il corposo sostegno finanziario ricevuto finora.
Insomma, il supporto politico e la solidarietà a parole non bastano. Del resto l'Ucraina spera ancora nel pacchetto di aiuti statunitensi dopo la battuta d'arresto del Senato. E specialmente nelle intenzioni del presidente Joe Biden che ha definito «folle» l'ostruzionismo dei repubblicani mettendo in chiaro che in gioco non c'è solo il futuro dell'Ucraina ma di tutto il mondo libero: «Non possiamo permettere che vinca Putin», ha affermato. Parole a cui ha fatto eco il ministro degli Esteri britannico David Cameron esortando gli Stati Uniti «a non fare un regalo di Natale» al presidente russo.
Putin intanto sembrerebbe aver messo proprio la guerra in Ucraina al primo posto dell'agenda per la campagna elettorale del prossimo anno a cui si è candidato ufficialmente venerdì per un quinto mandato presidenziale. Secondo gli analisti del think tank americano Isw, il capo del Cremlino vuole superare i malumori dei parenti dei soldati e mostrare al Paese di avere il pieno sostegno dell'esercito, in modo da rendere superflua qualsiasi discussione sulla guerra durante la campagna.
I piani sono chiari: l'Ucraina resta sotto attacco, possibilmente prendendo il controllo di Avdiivka, e forse Kupiansk (nel Donetsk) prima del voto che partirà il 15 marzo. Kiev però non molla: pur se indebolita dal mancato successo della controffensiva e dai timori di essere abbandonata dal principale alleato, oggi ha rilanciato il punto numero uno della strategia ucraina sul terreno per bocca del ministro della Difesa Rustem Umerov. Che alla tv pubblica ha dichiarato: «L'esercito si sta preparando, nel 2024 costringeremo i russi a lasciare la Crimea per sempre».