Sono partite le prime due e nelle prossime ore ne arriveranno altre
VENEZIA - La famiglia di Giulia Cecchettin ha deciso di denunciare gli autori degli insulti e delle minacce via web giunti nel corso di queste settimane.
L'avvocato della famiglia, Stefano Tigani, ha confermato all'agenzia stampa italiana Ansa che una querela per diffamazione è stata presentata alla Polizia postale italiana (che si occupa d'indagare sui reati compiuti tramite Internet) a nome del padre Gino. I destinatari sono gli autori dei messaggi d'odio e degli epiteti rivolti contro la 22enne, per il cui omicidio è in carcere l'ex fidanzato Stefano Turetta.
«È spaventoso dover vedere simili azioni»
«A seguito di numerose segnalazioni giunte da molti cittadini e apprese anche direttamente, il signor Gino Cecchettin comunica che ogni attività diffamatoria e denigratoria posta in essere nei confronti propri e della famiglia troverà pronta reazione a termini di legge» ha scritto l'avvocato Tigani. «È spaventoso dover vedere simili azioni in una tragedia di queste dimensioni e nel dolore che la famiglia sta vivendo. È doveroso assumere ogni iniziativa conseguente».
L'avvocato Tigani spiega che alcuni degli individui denunciati devono essere identificati, in quanto hanno agito usando uno pseudonimo social. «Innumerevoli attacchi vanno avanti da settimane, adesso basta. È vero che di pazzi è pieno il mondo, ma questi leoni da tastiera vanno fermati. Abbiamo ricevuto davvero tante segnalazioni di post diffamatori, uno dietro l’altro, in una sorta di totale delirio. Io stesso ne ho visti tantissimi: uno diceva perfino che Gino, essendo ingegnere, avrebbe calcolato ogni reazione al dramma per promuovere la sua azienda. È ora che questa gente si assuma le proprie responsabilità».
Elena contro Valdegamberi
Un'altra querela per diffamazione è stata presentata da Elena, la sorella di Giulia, contro il consigliere regionale veneto Stefano Valdegamberi. Il politico, ex esponente della lista che fa capo al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, aveva scritto che la ragazza «ha simboli satanici e fa la recita».
Nelle prossime ore la Polizia postale riceverà almeno un'ulteriore denuncia, si legge ancora sui media italiani. «Stiamo valutando tutte queste uscite, abbiamo tre mesi di tempo per agire penalmente e siamo pronti a presentare anche cento denunce se necessario» aggiunge il legale. «È una questione di immagine e onorabilità. Ma siccome queste persone le puoi colpire solo nel portafoglio, valuteremo se chiedere un risarcimento. Dopodiché sappiamo bene che tutto ciò è opera di una parte infinitesimale degli italiani, perché il resto ha espresso una vicinanza alla famiglia che ci ha colpiti».