L'ex presidente ha preso la parola durante l'udienza conclusiva del processo per gli asset gonfiati, attaccando giudice e procuratrice
NEW YORK - Colpo di scena nel processo civile per gli asset gonfiati della Trump Organization. Donald Trump, presente in aula a Manhattan per le dichiarazioni conclusive, ha fatto un intervento a sorpresa, nel corso del quale si è scagliato contro il giudice Arthur Engoron e la procuratrice generale di New York Letitia James.
L'emittente MSNBC spiega che l'ex presidente, al quale mercoledì era stata negata l'autorizzazione a presentare personalmente le ragioni della difesa, ha preso la parola subito dopo una richiesta in tal senso del suo avvocato, Chris Kise.
Trump non avrebbe risposto alla domanda del giudice, che gli aveva chiesto se si sarebbe attenuto ai fatti della causa e alle sue implicazioni legali. Il tycoon avrebbe invece sfoderato gli argomenti che ripete da mesi: si tratta di una «caccia alle streghe politica» e la Trump Organization «dovrebbe ricevere degli indennizzi per i danni che ha subito». Non ci sono prove, sostiene l'ex inquilino della Casa Bianca, che si considera «un uomo innocente» e «un perseguitato politico».
Quindi l'attacco diretto contro James, accusata di interferenza nelle elezioni e di accanimento politico. Engoron ha faticato a tenere a bada Trump - il quale, terminata l'invettiva, ha lasciato l'aula prima delle dichiarazioni finali della pubblica accusa. Il giudice Engoron non pronuncerà subito la sentenza: per sapere se l'ex presidente i suoi coimputati saranno soggetti a sanzioni bisognerà attendere verso la fine del mese.