Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il «piano di deportazione» del partito d'estrema destra AfD
BERLINO - È soltanto grazie al lavoro di investigazione di un gruppo di giornalisti se il popolo tedesco è venuto a conoscenza del «piano di deportazione» portato avanti dagli esponenti del partito di estrema destra Alternative für Deutschalnd (AfD).
Stando al portale Correctiv, che per primo ha lanciato la notizia, una ventina di persone, tra cui politici di alto rango, avvocati, medici e imprenditori, si sono incontrati in un albergo di Potsdam (piccola località in periferia di Berlino) il 25 novembre scorso per discutere dell'implementazione di un piano di deportazione degli stranieri residenti in Germania, compresi quelli in possesso di un passaporto tedesco.
Un giornalista sotto copertura si è intrufolato nell'albergo, fingendosi un ospite di passaggio e filmando l'incontro con una telecamera nascosta. Grazie al materiale video e alle dichiarazioni del personale è stato possibile ricostruire la dinamica dell'accaduto, identificare i partecipanti e ridisegnare lo schema delle alleanze tra i membri dell'Afd, i gruppi neonazisti tedeschi e alcuni esponenti dell'alta finanza.
La notizia è stata pubblicata il 10 gennaio scorso e da quel momento in poi il malcontento popolare è cresciuto a dismisura. Da Amburgo a Monaco, da Berlino a Francoforte: tutti i grandi centri urbani sono stati toccati dalle proteste, che hanno visto la partecipazione di centinaia di migliaia di persone.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, intervenuto a più riprese sull'accaduto, ha definito il piano di deportazione «un attacco alla democrazia», sottolineando che «chiunque si opponga all'ordine democratico sarà giudicato dalla magistratura».