Il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz ha dato un ultimatum ad Hamas nel corso di una conferenza avvenuta domenica
GERUSALEMME - Il 10 marzo. È la data dopo la quale Israele farà entrare le sue truppe a Rafah, a meno che gli ostaggi che si trovano ancora all'interno della Striscia non vengano liberati. A dare l'ultimatum è stato ieri il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz, parlando a una conferenza di ebrei americani a Gerusalemme.
Prima di domenica, seppur il governo israeliano parli di un'entrata a Rafah ormai da diversi giorni - dove sono raggruppate 1,4 milioni di palestinesi -, non era mai stata indicata una deadline, che in questo caso coincide con l'inizio del Ramadan, il mese sacro del digiuno. «Il mondo e Hamas devono saperlo», ha detto Gantz, «se gli ostaggi non saranno tornati a casa, i combattimenti continueranno ovunque, inclusa l'area di Rafah».
Il punto è: dove andranno i civili? Il ministro ha affermato che l'offensiva verrebbe condotta parallelamente a dei colloqui con Stati Uniti ed Egitto per evacuare i palestinesi, al fine di, riporta il Guardian, «minimizzare il più possibile le morti civili». Ma Il Cairo aveva già fatto sapere diverse settimane fa che non gli sarebbe stato possibile gestire tanti rifugiati e aveva negato che fosse in costruzione un campo per ospitarli. Lato americano, Biden ha più volte espresso il suo disaccordo a Netanyahu su una possibile entrata a Rafah. Entrata che, secondo il premier israeliano, è assolutamente necessaria per poter portare a termine il conflitto.