Lo scrive Yulia Navalnaya in un editoriale sul Washington Post
WASHINGTON - «Per sconfiggere Putin, o almeno punirlo seriamente, bisogna rendersi conto di chi è. Sfortunatamente, troppe persone in Occidente lo vedono ancora come un leader politico legittimo, discutono sulla sua ideologia e cercano una logica politica nelle sue azioni. Questo è un grave errore che genera nuovi errori e aiuta Putin a ingannare ancora e ancora i suoi avversari». Lo scrive Yulia Navalnaya in un editoriale sul Washington Post.
«Putin non è un politico, è un gangster - attacca la vedova di Navalny -. Alexei è diventato famoso in Russia e odiato da Putin proprio perché, fin dall'inizio della sua lotta, ha apertamente descritto lui e i suoi alleati come gangster che avevano preso e usato il potere solo per arricchirsi e per realizzare le proprie ambizioni personali».
«Bisogna guardare a Putin come al leader di un gruppo mafioso. Solo così si può comprendere la sua brutalità, il cinismo, la propensione alla violenza, la passione per il lusso ostentato e la sua volontà di mentire e uccidere. Tutti i suoi discorsi su religione, storia, cultura e politica potrebbero fuorviare gli occidentali. Ma in Russia, tutti sanno che i gangster hanno sempre amato ostentare grandi croci e presentarsi come combattenti in nome di una giustizia più alta e valori tradizionali».
«Perché i Paesi democratici continuano a riconoscere legittima la sua autorità criminale? - prosegue Navalnaya -. Perché leader mondiali che hanno vinto con un voto regolare si pongono sullo stesso piano di un criminale che per decenni ha falsificato le elezioni, ucciso, imprigionato o costretto a lasciare il Paese tutti i suoi critici e ora ha scatenato una sanguinosa guerra in Europa attaccando l'Ucraina?».
«Invito i leader politici occidentali ad aiutare tutti i cittadini russi che si oppongono a Putin e alla sua banda. Vi esorto ad ascoltare finalmente la voce della Russia libera e ad assumere una posizione di principio contro di lui: a non riconoscere i risultati delle elezioni falsificate, a non riconoscere Putin come legittimo presidente della Russia», conclude la vedova di Navalny.
«Il mondo deve finalmente rendersi conto che Putin non è chi vuole apparire. È un usurpatore, un tiranno, un criminale di guerra e un assassino».