La testimonianza di una ticinese appena rientrata dall'Argentina, dove la malattia si diffonde a macchia d'olio
BUENOS AIRES - È allarme dengue in America Latina. In Brasile, Argentina e Porto Rico il numero di contagi è letteralmente esploso. Una vera e propria epidemia che sta mietendo vittime e seminando il panico tra la popolazione.
Sintomi e vettori - Dolore osseo, febbre e nausea sono i sintomi più diffusi. Basta una puntura di zanzara. Piccole e silenziose, le specie in grado di trasmettere la malattia sono moltissime e prediligono i contesti urbani. Particolarmente attive nelle ore mattutine, sono responsabili per la morte di centinaia di persone e per il contagio di milioni dal gennaio di quest'anno.
L'effetto del riscaldamento climatico - La situazione è destinata a peggiorare. Perché il riscaldamento climatico e le sue conseguenze incidono sul ciclo riproduttivo delle zanzare, aumentandone la diffusione e dunque la loro abilità di trasmissione malattie infettive. In particolare l'innalzamento generale delle temperature estende il periodo dell'anno in cui sono generalmente attive, permettendole di pungere anche nei mesi invernali. La malattia si trasforma così da «stagionale a minaccia costante», aveva dichiarato il direttore dell'Associazione delle facoltà e delle scuole di medicina dell'America Latina e dei Caraibi (Alafem) Rogelio Pizzi.
Nessuna campagna di vaccinazione - Ma nonostante l'emergenza sanitaria in corso, alcuni Paesi si rifiutano di venire in soccorso alla popolazione. In particolare il governo del presidente argentino Javier Milei non intende avviare una campagna di vaccinazione: «Per ora non lo riteniamo necessario», aveva dichiarato il portavoce presidenziale Manuel Adorni, sottolineando che vaccinare la popolazione non avrebbe senso perché «l'immunizzazione sarà raggiunta» a breve e che «l'efficacia del vaccino non è stata dimostrata». Adorni ha tuttavia precisato che il ministero della Salute argentino monitora costantemente la situazione e che modificherà la normativa in merito all'obbligatorietà del vaccino «quando e se lo reputerà necessario».
La testimonianza - In Argentina la situazione è particolarmente drammatica. Ne sa qualcosa la ticinese Stella S., appena rientrata dal Paese sudamericano e fortunatamente scampata alla malattia: «Per le strade di San Miguel de Tucuman si vedevano molti cartelloni pubblicitari e volantini che informavano sulle modalità di trasmissione e di trattamento della malattia», racconta alla redazione di tio/20minuti. «Una volta ero in taxi e alla radio è addirittura passata una canzone Hip-Hop che avvertiva la popolazione di non lasciare l'acqua stagnante in balcone».
Una malattia presente nella vita quotidiana delle persone: «Ricordo le "docce" di repellente», racconta la ticinese: «Ci cospargevamo almeno 3 o 4 volte al giorno per non farci pungere». Gli effetti possono essere devastanti. Ne testimonia il caso di una signora di 40 anni: «La malattia le aveva colpito le ossa, girava in sedia a rotelle».