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CITTÀ DEL VATICANOScandalo Rupnik, cinque vittime denunciano gli abusi

03.04.24 - 14:06
Il caso era stato riaperto lo scorso autunno su decisione del papa
Depositphotos (WDGPhoto)
Fonte ats
Scandalo Rupnik, cinque vittime denunciano gli abusi
Il caso era stato riaperto lo scorso autunno su decisione del papa

CITTÀ DEL VATICANO - Cinque denunce di presunte vittime dell'ex padre gesuita Marko Rupnik sono state depositate questa mattina al Dicastero della Dottrina della Fede dove è in corso una indagine. Nell'ottobre scorso, con una decisione clamorosa, era stato papa Francesco stesso a riaprire il caso dell'ex gesuita sloveno e noto mosaicista, disponendo una speciale deroga alle norme sulla prescrizione.

Le testimonianze di presunti abusi subiti, come apprende l'agenzia di stampa italiana Ansa, sono state depositate dall'avvocato delle donne vittime, Laura Sgrò. Si tratta di due già note, e altre tre non ancora conosciute.

Le denunce presentate riguardano cinque presunte vittime e parlano tutte di forti «pressioni psicologiche e spirituali». Due hanno raccontato la loro storia in una conferenza stampa il 21 febbraio scorso. Le altre tre sono due ex religiose e una religiosa. Una di queste, racconta il suo ingresso nel centro Aletti e i suoi rapporti con Rupnik fattisi sempre più intensi fino a quando cominciarono a essere caratterizzati da molestie continue sul luogo di lavoro, i cantieri dove prestava la sua opera per la realizzazione dei mosaici. Avrebbe subito un continuo "love bombing". I rapporti si interrompono nel 2014 quando la religiosa per i traumi psichici riportati ricorre a terapie.

La seconda entrò a far parte della Comunità di Loyola in Slovenia nel 1990 all'età di 24 anni. Anche lei racconta di violenze progressive, manipolazioni, vessazioni psicologiche, minacce, in particolare un episodio in cui padre Rupnik per dimostrarle la sua «forza» le ruppe un dito con le mani. «Ora hai il sigillo permanente della Compagnia di Gesù per sempre», le avrebbe detto motivando così quella violenza. La religiosa lasciò la Comunità nel 1998.

La terza presunta vittima conobbe padre Rupnik nel 1980. Nella sua denuncia si descrivono con particolari dettagliati anche presunte violenze sessuali oltre che le richieste continue dello stesso Rupnik di partecipare a esperienze di sesso a tre, da lei sempre rifiutate. La donna decise anche di affrontare la questione con Rupnik ma «durante il dialogo e la confessione» in cui «gli disse chiaramente che era proprio lui l'origine del suo malessere», l'ex gesuita «si limitò a rispondere che non comprendeva cosa stesse dicendo».

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