Il caso è quello dei fondi libici per la campagna presidenziale del marito, Nicolas Sarkozy
PARIGI - La ex première dame di Francia, cantante e modella, Carla Bruni-Sarkozy, è stata interrogata questa mattina come persona coinvolta nell'inchiesta sulla ritrattazione della testimonianza da parte dell'intermediario di affari Ziad Takieddine nel 2020, che accusava Nicolas Sarkozy di aver finanziato la sua campagna presidenziale del 2007 con fondi libici.
Lo si è appreso da fonti degli inquirenti. Già interrogata come testimone in questa vicenda nel giugno 2023, Carla Bruni-Sarkozy è stata ora di nuovo sentita dalla polizia anticorruzione e antifrodi fiscali. L'ex capo di Stato francese è indagato in questo filone di inchiesta che lo riguarda per l'ipotesi di aver influenzato un testimone e di associazione per delinquere. La moglie Carla era stata interrogata come testimone poiché una protagonista della stampa "people" francese, "Mimi" Marchand, anche lei indagata, aveva evocato incontri con la sua amica moglie di Sarkozy per spiegare le sue visite a casa di Sarkozy in alcuni momenti specifici legati ai fatti nel mirino degli inquirenti.
Secondo quanto trapelato, i giudici si sarebbero però interrogati su una presunta «volontà di dissimulare» di Carla Bruni che soppresse dalla memoria del suo cellulare tutti i messaggi con la Marchand il 5 giugno 2021, giorno della comunicazione a quest'ultima del suo coinvolgimento nell'inchiesta. La Bruni, quindi, sarebbe sospettata di aver svolto un ruolo di contatto fra diversi protagonisti dei fatti.
La vicenda centrale riguarda la ritrattazione di Takieddine nel novembre 2020. Era il principale testimone a carico di Sarkozy dal 2012 sull'inchiesta relativa ai finanziamenti libici ma - davanti alle telecamere di BFM TV - fece un clamoroso voltafaccia dichiarando che l'ex capo dello stato non aveva «preso un centesimo, cash o non cash, per le elezioni presidenziali» del 2007 da parte dell'allora leader libico Muammar Gheddafi.