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ITALIAL'omicida di Varese in carcere anche per stalking

13.05.24 - 16:35
La procura della città lombarda aveva già chiesto il suo arresto un anno prima dell'aggressione del 6 maggio
Depositphotos (canbedone)
Fonte Ats Ans
L'omicida di Varese in carcere anche per stalking
La procura della città lombarda aveva già chiesto il suo arresto un anno prima dell'aggressione del 6 maggio

VARESE - Custodia cautelare in carcere per Marco Manfrinati, anche per il procedimento di stalking nei confronti dell'ex moglie Lavinia Limido, 37 anni, e dell'ex suocera Marta Criscuolo. Il provvedimento è stato emesso dal giudice Luciano Lucarelli lo scorso 10 maggio.

Manfrinati è accusato del tentato omicidio dell'ex moglie, sfregiata con un coltello, e dell'omicidio dell'ex suocero Fabio Limido, 71 anni, ucciso durante l'aggressione di via Menotti a Varese dello scorso 6 maggio con 20 coltellate.

Un anno prima della violentissima aggressione, anche a fronte di numerose denunce presentate dall'ex moglie e dai famigliari, la procura di Varese aveva chiesto l'arresto di Manfrinati. Arresto negato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Varese che aveva disposto la misura del divieto di avvicinamento.

Oggi il giudice Lucarelli dispone la custodia in carcere anche per l'accusa di atti persecutori «considerato che quanto accaduto il 6 maggio esprime, in primo luogo, l'urgenza di rivalutare l'esigenza cautelare posta a fondamento della misura generica - ossia il pericolo di reiterazione del reato - acuitasi in modo allarmante sino a giungere ad esiti fatali».

E che poi «deve prendersi atto di come la misura cautelare del divieto di avvicinamento si sia mostrata del tutto sproporzionata per difetto a fronteggiare la predetta esigenza cautelare, stante la necessaria libera adesione che il suo destinatario avrebbe dovuto prestare ad essa». Dunque «la misura idonea a fronteggiare la predetta esigenza cautelare» è «solamente quella coercitiva», ha scritto il giudice nel provvedimento.

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