I servizi segreti avevano allertato il premier sul fatto che le proteste per la riforma giudiziaria offrivano un'opportunità ai nemici
TEL AVIV - L'intelligence israeliana aveva avvertito il primo ministro Benjamin Netanyahu in almeno quattro occasioni che le proteste contro la riforma giudiziaria, precedenti gli attacchi del Movimento di resistenza islamica Hamas che hanno causato 1200 morti, avevano creato un'«opportunità» che «avrebbe avvantaggiato i nemici di Israele».
Ad affermarlo sono state le Forze di difesa israeliane (Idf) in una lettera inviata in risposta a una richiesta presentata dall'organizzazione israeliana Hatzlacha. Ne riferiscono i media israeliani.
Nella missiva si osserva che la divisione di intelligence militare aveva inviato quattro diverse notifiche al capo del governo tra marzo e luglio 2023, in cui «illustrava come i nemici di Israele prevedessero i danni che potevano essere arrecati allo Stato di Israele e alle forze di sicurezza in particolare». In alcune delle missive inviate dall'intelligence, il generale Amit Saar aveva parlato di indicazioni di deliberazioni in corso sulla scelta tra «lasciare che Israele continuasse a indebolirsi o prendere l'iniziativa».
A novembre, un mese dopo gli attentati, media israeliani avevano riferito che il primo ministro era stato avvertito che un'eventuale crisi sulle sue politiche interne avrebbe potuto portare a «un'azione congiunta di Iran, Hezbollah e Hamas», forse anche «simultaneamente».
Alla lettera, Netanyahu ha risposto con una smentita: non solo non ha ricevuto alcun avvertimento su queste minacce, ma i rapporti a cui ha avuto accesso offrivano una «valutazione completamente opposta». «Le affermazioni secondo cui il primo ministro avrebbe ricevuto un avvertimento su un possibile attacco da Gaza sono contrarie alla verità», inizia la dichiarazione di risposta dell'ufficio di Netanyahu. «Non solo non c'è alcun avvertimento in nessuno dei rapporti sulle intenzioni di Hamas di attaccare Israele da Gaza, ma essi danno anzi una valutazione completamente diversa», si legge.
I «pochi riferimenti» ad Hamas nei rapporti ricevuti - prosegue - non suggerivano l'intenzione di attaccare Israele, alle cui autorità era stato consigliato di unirsi alla «tendenza regionale alla de-escalation». «Questa valutazione, secondo cui Hamas non era interessato a una escalation, era stata condivisa da tutti gli organismi di sicurezza, che avevano persino affermato che Hamas era stato dissuaso».
La dichiarazione aggiunge che è stato lo stesso Netanyahu ad avvertire in «molteplici occasioni» dell'«impatto» che le proteste del 2023 nel Paese avrebbero avuto sui "nemici" di Israele, che avrebbero potuto approfittare degli scioperi che alcune forze militari hanno effettuato in solidarietà con i manifestanti.