Nella zona vivono quasi 4 mila persone, ma il numero delle persone colpite potrebbe essere ancora più alto
PORT MORESBY - È corsa contro il tempo in Papua Nuova Guinea, dove si temono centinaia di vittime, dopo che un'enorme frana che ha travolto con fango e detriti almeno sei villaggi nell'isolata provincia di Enga, a circa 600 chilometri a nord-ovest della capitale, Port Moresby.
I servizi di emergenza presenti nelle vicinanze dell'area del disastro sono ostacolati dal terreno accidentato e dai danni che le strade principali hanno subito, mentre alcune parti dell'area interessata sono accessibili solo tramite via aerea, dunque con gli elicotteri.
La frana, con tutta probabilità causata dalle forti piogge che hanno colpito la zona nelle ultime settimane, ha distrutto bestiame, raccolti e fonti di acqua pulita nella zona, ma soprattutto ha sepolto centinaia di case negli altopiani di Enga, nel nord dell'isola nel Pacifico sud-occidentale, nella notte tra giovedì e venerdì e a distanza di oltre 24 ore dalla tragedia non si conosce ancora quante persone siano rimaste intrappolate sotto le macerie. L'ufficio del coordinatore residente delle Nazioni Unite in Papua Nuova Guinea ha affermato alla Bbc che la squadra locale di risposta alle emergenze ha recuperato quattro corpi, aggiungendo che in queste ore viene fornita assistenza medica di emergenza ai sopravvissuti, tra cui bambini.
Secondo Care Australia, un'agenzia di aiuto umanitario laica australiana, oltre 60 case sono state completamente distrutte e «tutti i membri delle famiglie che vi abitavano risultano ancora dispersi». Nella zona dove si è verificata la frana vivono quasi 4 mila persone, ma secondo l'agenzia il numero delle persone colpite è «sicuramente più alto» a causa dell'afflusso di persone in fuga dai conflitti tribali nelle aree vicine. La stessa fonte teme inoltre che anche altri villaggi che si trovano nella zona montagnosa potrebbero essere a rischio.
Amos Akem, deputato della provincia di Enga al Guardian, «la frana avrebbe sepolto più di 300 persone e 1'182 case».
Il primo ministro della Papua Nuova Guinea, James Marape, ha reso noto che il governo sta lavorando con i funzionari locali per fornire «soccorso, ma anche per il recupero dei corpi e la ricostruzione delle infrastrutture». Il presidente Joe Biden ha annunciato che gli Stati Uniti sono pronti a fornire assistenza, e ha definito la Papua Nuova Guinea uno «stretto partner e amico» degli Usa. Washington ha rafforzato i legami nella regione dell'Asia del Pacifico dopo che la Cina ha firmato un accordo di sicurezza con le Isole Salomone nel 2022 che consente a Pechino di dispiegare personale di polizia e militare nel Paese. L'anno scorso gli Stati Uniti hanno firmato un accordo di difesa con la Papua Nuova Guinea. Il Paese si trova a sud di Guam, territorio Usa ed è un importante hub militare nel Pacifico.