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DANIMARCAI danesi fanno scorte, compresse di iodio incluse

20.06.24 - 06:30
In Danimarca, secondo il quotidiano Berlingske, sold-out dai kit di pronto soccorso alle taniche d'acqua, dopo i consigli delle autorità.
Imago
I danesi fanno scorte, compresse di iodio incluse
In Danimarca, secondo il quotidiano Berlingske, sold-out dai kit di pronto soccorso alle taniche d'acqua, dopo i consigli delle autorità.

COPENAGHEN - Medicine, cibo e acqua per almeno tre giorni. E in dispensa anche compresse di iodio. Queste, in estrema sintesi, le raccomandazioni fatte al Paese dal ministro della Difesa danese Troels Lund Poulsen, che ha detto ai propri concittadini di essere sempre in grado di provvedere a se stessi, in caso di emergenza. A riportarlo è Berlingske.

Tanto che nelle farmacie lo iodio è andato presto esaurito, lo ha verificato lunedì lo storico quotidiano. Terminate anche le taniche d'acqua, i kit per la sopravvivenza, inclusi quelli di pronto soccorso e le radio che funzionano anche senza corrente.

Tutto questo perché l'Agenzia nazionale per la gestione delle emergenze di Copenaghen ha pubblicato un libretto, dove spiega come comportarsi in caso di un'emergenza nucleare, raccomandando ai minori di 40 anni (nei maggiori l'effetto non è garantito) e alle donne in gravidanza di avere disponibili pasticche di iodio. Rimedio che, agendo sulla tiroide, riduce gli effetti negativi dell'assorbimento delle radiazioni e i conseguenti rischi di sviluppare il cancro. Tra le raccomandazioni, in caso di emergenza, anche quella di chiudersi in casa, dopo aver fatto lo stesso con porte e finestre.

Infine, nell'opuscolo si riassume in quali casi utilizzare lo iodio: quando vive in un raggio di 100-200 km dall'incidente e solo dopo l'avviso del Consiglio nazionale della sanità.

Nel frattempo, a causa del sold-out delle pasticche, le autorità danesi hanno rassicurato: nuove forniture sono in arrivo entro il prossimo autunno. E a partire «dalla prossima settimana arriveranno in Danimarca 150 mila confezioni», come ha riferito ai media danesi l'Agenzia per i medicinali.

Non è però la prima volta che nel Paese dei vichinghi, scatta la corsa allo iodio. Era già successo - così come in Norvegia e Svezia - anche dopo l'invasione russa in Ucraina. Fu allora che Sven Poul Nielsen, studioso e professore emerito alla facoltà di Ingegneria dell'Ambiente e delle Risorse, sentito dal portale B.T., aveva chiarito: «Nelle bombe nucleari ci sono quantità piuttosto piccole di radioattività rispetto a quelle di una centrale nucleare. Quindi la contaminazione radioattiva di una bomba nucleare è molto piccola rispetto a quella di una centrale nucleare».

Insomma, nel caso degli ordigni atomici, dove «è l'effetto dell'esplosione stessa con onde di calore e radiazioni a colpire le persone», le pastiglie di iodio non hanno motivo d'essere, al contrario avranno una funzione protettiva in caso di incidente a un reattore nucleare, come accadde ad esempio a Chernobyl nel 1986.

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