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La palestra e una vita normale, il 19enne che voleva compiere una strage

AUSTRIALa palestra e una vita normale, il 19enne che voleva compiere una strage

08.08.24 - 11:05
Emergono i primi dettagli sullo sventato attacco terroristico, che doveva colpire uno dei tre concerti di Taylor Swift. Delusione dei fan.
Keystone
La palestra e una vita normale, il 19enne che voleva compiere una strage
Emergono i primi dettagli sullo sventato attacco terroristico, che doveva colpire uno dei tre concerti di Taylor Swift. Delusione dei fan.

VIENNA - Uccidere quante più persone possibile, utilizzando esplosivi, da produrre dopo aver rubato prodotti chimici sul proprio posto di lavoro. Questo il piano delirante del 19enne terrorista fermato nelle scorse ore dalla polizia Austriaca. Aveva nel mirino uno dei tre concerti della pop-star, durante il quale, come target di morte, aveva scelto il pubblico, da far saltare in aria.

Come è noto tutti e tre i live, in programma tra l'8 e il 10 agosto, sono stati annullati «per motivi di sicurezza», dopo che le autorità hanno confermato «un attacco terroristico pianificato allo stadio Ernst Happel», come ha comunicato su Instagram la società organizzatrice. E di pianificazione di un «attacco in apparenza molto grave» ha parlato - o meglio, scritto sui social - il cancelliere austriaco Karl Nehammer, che ha ammesso: «È stata evitata una tragedia». Confermando, infine, che si tratta di «terrorismo islamico», che «minaccia la sicurezza e la libertà in molti Paesi occidentali».

Il contatto del sospetto con il personale della sicurezza - Erano infatti attese almeno 65mila spettatori - a cui saranno rimborsati i biglietti - in ognuna delle tre date di quello che doveva essere un lungo fine settimana tutto dedicato a Taylor Swift. In una di queste avrebbero quindi voluto colpire i presunti attentatori. Perchè due sono stati i fermati mercoledì. Oltre al 19enne, che aveva giurato fedeltà all'Isis su TikTok - come riferito dal direttore generale della Pubblica Sicurezza Franz Rufe - e che è stato arrestato a Ternitz nella Bassa Austria, ci sarebbe anche - ma le autorità non si sbottonano sui dettagli - un 17enne catturato invece a Vienna. I due avrebbero comunicato tra loro tramite messenger. In fuga, anche qui il condizionale resta d'obbligo, ci sarebbe infine un terzo sospettato. A far tremare i polsi anche l'indiscrezione trapelata questa mattina dagli investigatori: ci sarebbe stato un contatto tra il 19enne e qualcuno della sicurezza del concerto. Cosa che ha portato all'annullamento immediato.

«Un ragazzo gentile» - Ma chi sono i due fermati? Secondo la stampa locale austriaca entrambi sono nati in Austria, con origini macedoni per il più grande dei due. Quest'ultimo avrebbe rubato sostanze chimiche al suo ex posto di lavoro, uno stabilimento che lavora metalli, per farne esplosivi. Beran A., questo il nome del giovane, appartiene a una famiglia normale, di lavoratori, frequenta una palestra e porta la barba, questo scrive di lui Kromnen Zeitung. «Il ragazzo è sempre stato gentile - dice di Beran una vicina, sentita dal quotidiano austriaco - ha una sorellina adorabile, la famiglia è sempre stata gentile».

Resta adesso un sospiro di sollievo per la strage scampata ma anche tanta delusione per i fan - gli Swifties - che ieri, a centinaia, erano già accampati davanti allo Stadio Ernst Happel di Vienna, felici anche dopo 45 minuti di coda. Tra di loro c'è anche chi sognava di dimenticare la tragedia della guerra a Gaza. Come nel caso di Miro e Alena, padre e figlia, arrivati in Austria da Tel Aviv, superando le difficoltà di lasciare il Paese. «Mio padre era tornato a casa tardi la sera, dicendo che aveva una piccola sorpresa per me» e mostrandole i biglietti, racconta Alena. Entusiamo che ieri si tramutata in tristezza per un ritorno a casa anticipato, come spiega Miro: perché «la situazione in Israele è davvero difficile».

Ai fan non è restato che lasciare lo stand del merchandising, delusi per aver atteso inutilmente anche un anno per vedere la loro beniamina. Ma con la speranza che si tratti solo di un arrivederci, mitigando la delusione con l'acquisto di maglie, felpe e poster del tour, tutti custoditi in una borsa di stoffa, anche lei griffatissima. Come ha fatto Sonja, 26 anni e un abito luccicante, che con 130 euro si porta via felpa, braccialetto e poster del Tour di Vienna, annullato per il rischio di un attentato terroristico.

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