Il generale sarebbe il regista dell'operazione finanziata da imprenditori ucraini, secondo il Wall Street Journal
KIEV - Sarebbe stato finanziato da alcuni imprenditori ucraini e organizzato dall'esercito, secondo una nuova ricostruzione del "Wall Street Journal", il sabotaggio del gasdotto Nord Stream 2 avvenuto nel settembre 2022.
Il gasdotto Nord Stream è stato fatto saltare in aria nel settembre 2022 da una piccola squadra di sabotatori ucraina in un'operazione inizialmente approvata dal presidente Volodymyr Zelensky e poi annullata, ma che è stata comunque portata avanti. Lo riporta il Guardian citando una ricostruzione del Wall Street Journal basata su fonti ucraine.
Un portavoce del presidente ucraino ha smentito le affermazioni, sottolinea comunque il media britannico.
Secondo il giornale americano, l'operazione, per la quale è stato spiccato un mandato di cattura nei confronti di un sub ucraino, è avvenuta sotto la direzione dell'allora capo di Stato maggiore ucraino e attualmente ambasciatore di Kiev a Londra, Valery Zaluzhny, malgrado un dietrofront di Zelensky, che dopo un iniziale "sì" ci ripensò ed era propenso a cancellarla in seguito alle pressioni della CIA.
L'idea di far saltare il gasdotto sottomarino russo, secondo il giornale, sarebbe emersa nel maggio del 2022, nel corso di una riunione di alto livello di militari, funzionari e imprenditori ucraini, a soli tre mesi dall'inizio dell'invasione russa.
Infine, secondo il Wall Street Journal, le persone coinvolte direttamente nel sabotaggio furono sei e il costo dell'operazione fu di circa 300'000 dollari, finanziati da capitali privati.