Cerca e trova immobili

MONDO«Per piacere, non chiamatelo vaiolo delle scimmie»

15.08.24 - 22:15
Una nuova variante del vaiolo delle scimmie (MPox) preoccupa il mondo; numeri, reazioni e pareri degli esperti.
Afp
«Per piacere, non chiamatelo vaiolo delle scimmie»
Una nuova variante del vaiolo delle scimmie (MPox) preoccupa il mondo; numeri, reazioni e pareri degli esperti.

LUGANO - «Per piacere, chiamatelo MPox e non vaiolo delle scimmie». Questa la richiesta della virologa e divulgatrice scientifica, Ilaria Capua, pochi istanti dopo che il mondo si è accorto dell'esistenza di una nuova emergenza sanitaria, con focolaio in Africa centrale.
A comunicarlo - mercoledì - era stato il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, sulla base dall'aumento in Africa dei casi di MPox. Acronimo che sta per "monkeypox virus" e dunque da preferire a vaiolo delle scimmie, che, secondo la Capua, «è stato abbandonato dall'Oms perché crea stigma e confusione, che durante un'emergenza sanitaria non aiutano».


«Si trasmette attraverso il contatto diretto» - Intanto sono i numeri a preoccupare: oltre 14mila casi e 524 decessi dall'inizio del 2024 fanno della Repubblica Democratica del Congo l'epicentro dell'epidemia, mentre una situazione «ad alto rischio» riguarda già 34 paesi africani, tra questi Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda. «Questa malattia si trasmette attraverso il contatto diretto a livello cutaneo, in particolare attraverso i rapporti sessuali e per contatto con indumenti e oggetti contaminati», ha spiegato in un'intervista televisiva il virologo Prof. Fabrizio Ernesto Pregliasco. «Le preoccupazioni dell'Oms sono corrette - continua il medico - perché in Congo si è evidenziata questa nuova variante che ha una maggiore contagiosità e ha effetti più pesanti rispetto a quelle del passato». Con sintomi che includono, tra gli altri, febbre, dolori muscolari, mal di testa, eruzione cutanee. A esserne maggiormente colpiti sono soprattutto i bambini, che in Africa hanno un sistema immunitario deficitario per la malnutrizione. Dunque bisogna agire in fretta per contenere un'epidemia che in Europa è attualmente a rischio basso, nonostante oggi a Stoccolma si sia registrato il primo caso europeo della pericolosa variante («Potrebbero esserci casi d’importazione legati ai viaggi», aveva anticipato nelle scorse ore il Prof. Matteo Bassetti).

E intanto è partita la corsa ai vaccini. Le dosi ci sono ma non abbastanza: nel continente africano ne servirebbero 10 milioni a fronte delle 200mila disponibili. Per superare le difficoltà nella rete distributiva, l'Oms collabora con governi e organizzazioni internazionali. Tra queste c'è Gavi che, oltre a coordinare un supporto operativo rapido nei paesi africani, a partire dal 2026 istituirà una scorta globale di vaccini MPox. Con un obiettivo: fermare l'epidemia.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE