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«La tempesta improvvisa», «il portellone aperto» e un ultimo corpo da recuperare

ITALIA«La tempesta improvvisa», «il portellone aperto» e un ultimo corpo da recuperare

22.08.24 - 08:41
Prende sempre più peso l’ipotesi dell'errore umano; la Procura indaga. Ieri il recupero di 4 corpi. Ma si continua a cercare.
Afp
«La tempesta improvvisa», «il portellone aperto» e un ultimo corpo da recuperare
Prende sempre più peso l’ipotesi dell'errore umano; la Procura indaga. Ieri il recupero di 4 corpi. Ma si continua a cercare.

PALERMO - Sono affondate a 50 metri di profondità, nel tratto di mare davanti a Porticello in provincia di Palermo, le ultime flebili speranze. Quelle a cui si era aggrappato Jeremy Bloomer, fratello gemello del presidente di Morgan Stanley International: sperava che sacche d'aria all'interno del veliero avessero potuto salvare i sei dispersi. Non è stato così.

Gli speleo-sub dei Vigili del fuoco, ieri pomeriggio, dopo aver aperto un varco all'interno dello scafo e aver raggiunto le cabine, hanno recuperato le salme di Jonathan Bloomer e della moglie Judy, così come quelle della coppia americana, Chris e Nada Morvillo. Intanto questa mattina le ricerche sono riprese: il quinto corpo è stato recuperato si tratta di quello dell'imprenditore britannico Mike Lynch che era stato individuato ieri. Manca ora all'appello solo Annah, la figlia diciottenne di Lynch.

Dunque, delle 22 persone a bordo (10 membri dell'equipaggio e 10 ospiti) la notte tra domenica e lunedì, 15 si erano immediatamente messe in salvo a bordo di una scialuppa, un corpo - quello del cuoco di bordo - era stato recuperato fuori dall'imbarcazione, 4 salme sono state recuperate ieri, una questa mattina e un'altra, l'ultima, resta al momento ancora dispersa.

La deriva semi sollevata e «il portellone aperto» - Prosegue intanto l'indagine - al momento contro ignoti - della Procura di Termini Imerese, che sta sentendo i superstiti. Tra questi molto si attende dalle dichiarazioni del capitano del Bayesan. Spettava infatti al 51enne neozelandese James Cutfield («un ottimo marinaio», ha detto di lui il fratello al New Zealand Herald) decidere su tutto: da dove ancorarsi, fino alle valutazioni sui possibili rischi meteo. Martedì è stato sentito per più di due ore dai magistrati. Trapela poco. Cutfield avrebbe detto che la tempesta li ha sorpresi all'improvviso. Ci si chiede però, chi c'era quella notte a controllare le allerte meteo?

Della deriva parzialmente sollevata della barca in rada si è già detto. Potrebbe essere solo uno degli elementi che hanno influito nell'affondamento dello scafo, che è integro - così come l'albero maestro di 75 metri - e adagiato su un fianco. E poi c'è l'indiscrezione circa l’eventualità che «alcuni» o almeno un portellone dello yacht fosse rimasto aperto. A questo riguardo, alcuni broker assicurativi, sentiti dalla Rai, ricostruiscono - e soprattutto ipotizzano - che con l’arrivo del vento, «la barca si è inclinata paurosamente, ha fatto un fiume d'acqua dal portellone sottovento ed è affondata in pochi minuti». Un errore umano ipotizzato anche da un ingegnere della Italian Sea Group che, come ha riportato il Giornale di Sicilia, ha apertamente parlato di «errore umano», riferendosi a «un atteggiamento» a bordo dello yacht, «poco idoneo ad affrontare l’eventuale arrivo di una perturbazione».

Ma, come detto, mancano ancora conferme ufficiali. Ci vorrà tempo. Quello che non hanno avuto gli ospiti di quel gigante del mare, lungo 56 metri e colato a picco all'alba di un lunedì di vacanza.

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