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FRANCIA«Sono uno stupratore, come lo sono tutti gli altri»

17.09.24 - 13:56
È ricominciato questa mattina il processo all'uomo accusato di aver drogato la moglie e averla consegnata a sconosciuti per quasi 10 anni
Foto Imago
«Sono uno stupratore, come lo sono tutti gli altri»
È ricominciato questa mattina il processo all'uomo accusato di aver drogato la moglie e averla consegnata a sconosciuti per quasi 10 anni

AVIGNONE - Vestito con un pile grigio, sorretto da un bastone, la faccia visibilmente stanca: così l'hanno visto entrare nell'aula questa mattina Dominique Pelicot, il pensionato oggi 71enne che è accusato di avere drogato la moglie e averla consegnata per quasi 10 anni a degli sconosciuti reclutati su internet.

Alla ripresa del processo - che era stato sospeso per le precarie condizioni di salute dell'accusato - il presidente del tribunale ha iniziato l'udienza leggendo proprio il rapporto stilato ieri dai medici con il quale si certifica l'idoneità dell'imputato a comparire nuovamente nella sala dibattimentale.

L'ammissione: «Sono uno stupratore, come lo sono gli altri 50» - La sua presenza davanti alla corte penale di Vaucluse può avvenire però rispettando alcune misure indicate dai sanitari: come una pausa di riposo ogni 15-20 minuti dopo 90 minuti di udienza, la presenza di una poltrona e un cuscino, delle bottigliette di acqua.

«Sono uno stupratore come lo sono tutti gli altri» ammette, sollecitato dalle domande della corte, riferendosi ai 50 coimputati e aggiungendo che sua moglie «non se lo meritava». Moglie che è venuta a conoscenza degli abusi subiti solo perché un giorno il marito viene "pizzicato" dentro a una centro commerciale a fare "upskirt", la ripresa dal basso verso l'alto a donne che indossano una gonna per catturare la loro parte intima.

La cartella "abuse" con 4mila foto e video relativi ai 200 stupri commessi sulla moglie - La polizia lo ferma, indaga e scopre sul suo computer 4.000 foto e video salvati su un disco rigido in una cartella chiamata “abuse” e che mostravano il perverso girone infernale in cui aveva fatto finire la coniuge (stuprata in almeno 200 occasioni). Quella coniuge che a domanda del giudice se non abbia mai diffidato del marito risponde secca: «Mi sono fidata di lui per tutta la vita». Dai banchi della corte però l'incalzano per sapere se in dieci anni non si sia mai accorta di nulla circa il trattamento ripetuto di violenza sessuale cui era sottoposta. «No, ma una volta mi sono svegliata solo alle 18:00 e non sapevo davvero cosa fosse successo il giorno prima».

«Interessato a soddisfare le sue fantasie perverse, dal feticismo alla necrofilia» - Pelicot la imbottiva di ansiolitici, adunava nella sua casa gli altri uomini e poi filmava gli atti sessuali. «Non ho mai chiesto soldi» ha dichiarato, ma era soltanto «interessato a soddisfare le sue fantasie perverse», scrive nelle 350 pagine l'accusa.

Se ammette di essere uno stupratore, nega di avere tendenze pedofile: «Non ho mai toccato i miei figli o nipoti». Il presidente del tribunale gli rilegge la perizia redatta da uno psicologo che elenca i suoi disturbi sessuali: ce n'è da insidiare ogni primato di devianza e comunque di pedofilia (giudicata lieve) si parla.

«Feticismo, sadismo, voyeurismo, necrofilia, lieve pedofilia, il tutto combinato con una mancanza di empatia» legge il titolare della corte. Pelicot ascolta senza scomporsi anche quando la stessa perizia lo definisce «uomo di elevata energia criminale e dal punto di vista patologico soffre di traumi sessuali dovuti ad abusi subiti all'età di 9 e 14 anni».

I traumi sessuali: «Violentato da un infermiere a 9 anni» - Di questi parla in un momento dell'udienza, quando racconta di essere stato violentato da un infermiere durante un ricovero a 9 anni, poi in un cantiere, quando era apprendista quattordicenne. In quest'ultimo caso, ha spiegato, fu costretto a partecipare a una violenza di gruppo collettiva su una ragazza handicappata.

Indagato anche in altri casi processuali per stupro e omicidio - Intanto, come scrive Le Monde, sul principale sospettato degli stupri di Mazan - la località dove avvenivano gli abusi - pendono due indagini di casi irrisolti e risalenti agli anni '90. «Avrebbe commesso un tentato stupro e uno stupro seguito da omicidio».

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