Il timore di un'escalation si fa concreto: oggi i ministri degli Esteri Ue riuniti in videocall
WASHINGTON/TEL AVIV - L'amministrazione Biden teme che l'Iran stia pianificando un attacco in seguito all'uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah da parte di Israele e sta collaborando con lo Stato ebraico per la difesa, ha affermato ieri sera un funzionario statunitense.
Lo sostiene la Cnn citando fonti che affermano che si stanno preparando difese congiunte per respingere un attacco in seguito ai cambiamenti nell'assetto militare degli Stati Uniti, ha aggiunto il funzionario.
Gli Usa hanno guidato una difesa multinazionale di Israele a metà aprile, quando l'Iran lanciò oltre 300 droni e missili contro Israele.
Intanto, oggi, i ministri degli Esteri Ue, a quanto si apprende, terranno una riunione in videocall sull'escalation della crisi in Libano e in Medio oriente. La riunione è prevista nel pomeriggio.
Questa mattina alcuni razzi sono stati intercettati dalle batterie antimissili israeliane nell'area di Safed, in Galilea, dopo che le sirene di allarme hanno risuonato nella cittadina. Non si segnalano feriti. Lo riferiscono i media dello Stato ebraico.
Nel frattempo, il portavoce dell'esercito israeliano (Idf) ha annunciato che questa mattina un drone è stato intercettato dopo aver attraversato lo spazio aereo delle acque economiche di Israele, nel nord del Paese. Il velivolo, lanciato dal Libano, era diretto verso una piattaforma di gas. Lo riferisce la radio militare.
L'aeronautica militare israeliana ha inoltre annunciato di aver attaccato ieri con «decine di aerei», sia da combattimento, sia da rifornimento, «obiettivi militari appartenenti al regime terroristico Houthi nelle aree di Ras Issa e Hodeidah nello Yemen, comprese le centrali elettriche e un porto marittimo utilizzati dagli Houthi per l'importazione di petrolio per scopi militari»: lo ha reso noto l'Idf su Telegram.
Ieri l'Idf aveva già annunciato che gli aerei da caccia di Israele avevano volato fino a 1'800 chilometri di distanza dal confine del Paese per colpire i porti di Hodeidah e Ras Issa, usati dai ribelli per il rifornimento di armi e petrolio.
Frattanto, circa 100'000 persone sono fuggite dal Libano in Siria durante gli attacchi israeliani: lo riportano le Nazioni Unite.
«Il numero di persone, cittadini libanesi e siriani, che sono entrate in Siria dal Libano in fuga (...) ha raggiunto quota 100'000», ha scritto su X l'Alto Commissario per i rifugiati dell'Onu, Filippo Grandi, aggiungendo che «il deflusso continua».