Introdotta una nuova anagrafe dei viaggiatori. Tra le nuove info richieste, «metodo di pagamento, numeri di carta di credito e cellulare..».
MADRID - «Nuove regole per chi viaggia in Spagna a partire da oggi, 1 ottobre». È ciò che da qualche giorno si legge e si sente sui media un po' di tutta Europa. È vero. Ma solo in parte, visto che la scadenza per l'entrata in vigore del nuovo registro anagrafe digitale dei turisti, voluto dal governo di Madrid, è stata posticipata al 2 dicembre; decreto che dunque da oggi entra in un periodo transitorio di adeguamento.
Questo dopo le proteste degli operatori di settore («la quantità di dati richiesti è sproporzionata», tuonano i rappresentanti delle agenzie di viaggi), impreparati e scettici sull'obbligo - per hotel, campeggi, agenzie di viaggi e in genere per tutti i proprietari di strutture ricettive - di fornire i dati sensibili dei propri clienti attraverso una piattaforma informatica.
Ed è proprio questa la novità introdotta dal ministero agli Interni spagnolo: quella di richiedere ai viaggiatori, che necessitano il noleggio di un'auto o di un alloggio anche per soggiorni brevi o di una sola notte, molte più informazioni. Motivando la decisione con la «necessità - riferisce il Governo di Madrid - di garantire la sicurezza dei cittadini di fronte alle minacce terroristiche e ad altri crimini commessi da organizzazioni criminali».
Trattasi quindi - almeno ufficialmente - non di un disincentivo al turismo di massa (?), come si era pensato in prima battuta, ma di un controllo di sicurezza, che si vuole migliorare attraverso una più profonda interconnessione del settore turismo con le forze di polizia regionali.
«È caos» - Ma a far montare la protesta delle associazioni di categoria - su tutte quelle delle agenzie di viaggio: «Continueremo a batterci per l'eliminazione del decreto» - è la mole di dati sensibili richiesti per l'identificazione dei clienti. Informazioni personali non solo riconducibili a ciò che si trova sui documenti di identità e dunque alle generalità ma ora si richiederebbero anche, ad esempio, date e destinazione del viaggio, i dettagli dell'alloggio e/o del veicolo prescelto, «il metodo di pagamento, i numeri di carta di credito, il numero del cellulare, il domicilio effettivo», come ha spiegato la Federazione Spagnola dei Campeggi, che denuncia un «caos» operativo per «l'impossibilità di rispettare le norme».
Come del resto ribadito recentemente su Vozpopuli da César Gutiérrez Calvo, presidente di Fetave (Federazione delle associazioni delle agenzie di viaggio spagnole): «Le agenzie e le società di noleggio di veicoli dovranno comunicare il numero di telaio dell'auto, il numero di carta di credito, il metodo di pagamento, il numero della camera dell'albergo dove soggiornerà chi prenderà a noleggio il veicolo (...), si tratta di qualcosa che può violare le leggi sulla protezione dei dati».
E la privacy? - Dunque squillano le trombe, verrebbe da dire. Ci riferiamo a quelle "suonate" del garante della privacy - in questo caso quella dei turisti -, tutelata dalla normativa dell'Unione Europea che invocherebbe invece chiarezza, oltre che minimizzazione e proporzionalità dei dati richiesti. Informazioni invece che verrebbero ora introdotte sul portale - siamo andati a trovarlo online - in lingua spagnola e manualmente.
Da qui la protesta degli operatori che si battono per la non applicazione delle nuove norme e che lamentano nell'ordine: la poca certezza giuridica, lo svantaggio competitivo nei confronti dei competitor europei, la mole di lavoro amministrativa eccessiva e la mancanza di un'adeguata infrastruttura tecnologica.Tanto è bastato alle associazioni di categoria per chiedere «la minimizzazione dei dati, nonché un lungo periodo per l'adeguamento tecnologico e l'adeguamento dei sistemi operativi delle aziende».
A questo proposito il ministero di Madrid ha risposto, fissando un nuovo incontro il 4 ottobre con l'industria del turismo, «volto a facilitare il loro adeguamento ai requisiti delle nuove normative e alla piattaforma in cui vengono inseriti i dati». Insomma, ne sapremo presto di più, anche perché tutte le associazioni (CEAV, Acave, Fetave e UNAV), dopo il rinvio del regio decreto del 2021, ora ne chiedono l'annullamento.