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ISRAELENetanyahu: «Siamo obbligati a riportare indietro» gli ostaggi

07.10.24 - 12:22
«Credo che la storia ricorderà anche il 7 ottobre come un giorno buio per il popolo palestinese» ha dichiarato Joe Biden
keystone-sda.ch / STF (Ariel Schalit)
Fonte Ats Ans
Netanyahu: «Siamo obbligati a riportare indietro» gli ostaggi
«Credo che la storia ricorderà anche il 7 ottobre come un giorno buio per il popolo palestinese» ha dichiarato Joe Biden

TEL AVIV - «Siamo obbligati a riportare indietro» gli ostaggi: lo dichiara il premier israeliano Benjamin Netanyahu nel primo anniversario della strage del 7 ottobre da parte di Hamas.

«In questo giorno, in questo luogo e in molti altri luoghi del nostro Paese, ricordiamo i nostri morti, i nostri ostaggi che siamo obbligati a riportare indietro e i nostri eroi che sono caduti in difesa della patria e della nazione. Un anno fa abbiamo vissuto un terribile massacro», ha dichiarato Netanyahu in una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio.

Le parole di Biden - «Oggi e ogni giorno, penso agli ostaggi e alle loro famiglie. Ho incontrato le famiglie degli ostaggi e mi sono addolorato con loro. Hanno attraversato l'inferno. La mia amministrazione ha negoziato per il rilascio sicuro di oltre 100 ostaggi, compresi americani. Non ci arrenderemo mai finché non riporteremo a casa sani e salvi tutti gli ostaggi rimasti». Lo afferma Joe Biden in un messaggio in occasione dell'anniversario del 7 ottobre. «Condanno fermamente anche la violenta ondata di antisemitismo in America e nel mondo. È inaccettabile. Dobbiamo tutti unirci contro l'antisemitismo e contro l'odio in tutte le sue forme».

Giorno buio anche per i palestinesi - «Credo che la storia ricorderà anche il 7 ottobre come un giorno buio per il popolo palestinese a causa del conflitto scatenato da Hamas quel giorno. Troppi civili hanno sofferto fin troppo durante quest'anno di conflitto e decine di migliaia sono stati uccisi, un bilancio umano reso molto peggiore dai terroristi che si nascondono e operano tra persone innocenti», ha aggiunto il presidente statunitense. «Non smetteremo di lavorare per raggiungere un accordo di cessate il fuoco a Gaza».

L'Iran non cederà - «La forza militare dell'Iran è completamente pronta e continuerà a sostenere i movimenti di resistenza islamica, specialmente in Palestina e Libano». Lo ha detto il comandante delle Guardie della rivoluzione iraniana, Hossein Salami.

«Non esiteremo né ci affretteremo a rispondere in modo deciso e forte alle malefatte dei nemici, specialmente al feroce regime di Israele, che è il cane rabbioso degli Stati Uniti nella regione», ha avvertito il capo dei pasdaran, in un messaggio di congratulazioni al comandante delle Forze aerospaziali delle Guardi rivoluzionarie, Amir Ali Hajizadeh, che ieri è stato decorato con la "medaglia della conquista" dalla Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei.

«L'operazione aprirà un nuovo capitolo nel potere di deterrenza dell'Iran, specialmente nei missili e nell'aerospazio», ha sottolineato Salami, facendo riferimento al bombardamento in territorio israeliano da parte dell'Iran la scorsa settimana, ribattezzato 'Operazione vera promessa 2' ed effettuato come segno di ritorsione per le uccisioni del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran durante l'estate, e del segretario generale di Hezbollah, Hasan Nasrallah.

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